La Guardia di Finanza sta studiando da tempo con l’Agenzia delle entrate e l’Inps le modalità migliori per gestire le segnalazioni di potenziali evasori fiscali provenienti dai comuni. Segnalazioni che si intensificheranno nei prossimi mesi, e che le Fiamme gialle tenteranno di gestire in modo da evitare duplicazioni, sovrapposizioni o diseconomie, grazie anche a sofisticate modalità di collegamenti informatici. Parola del dal comandante generale delle Fiamme Gialle, Nino Di Paolo, che ha illustrato ieri nel corso di un’
audizione in Commissione finanze del Senato sulla riforma fiscale i risultati raggiunti dal Corpo e quelli su cui i militari stanno puntando (tra gennaio 2010 e settembre 2011 la Guardia di Finanza ha scoperto circa 17 mila evasori totali e paratotali che hanno nascosto al fisco ricavi per oltre 43 miliardi di euro). Il decreto n. 138 del 2011, ricorda Di Paolo, attribuisce ai comuni, per il triennio 2012-2014, l’intero ammontare del maggior gettito ottenuto a seguito di verifiche basate su loro segnalazioni. Una norma riconosciuta di particolare impatto, soprattutto nel momento attuale, segnato da gravi difficoltà nel reperimento di risorse finanziarie e nel progressivo taglio dei trasferimenti dal Governo centrale. La norma subordina l’aumento della quota spettante all’ente locale (attualmente fissata nel 50%) all’avvenuta costituzione, entro il 31 dicembre 2011, dei consigli tributari, gli organismi che devono affiancare i municipi nell’attività di analisi e di segnalazione degli illeciti. Peraltro, ricorda il comandante generale della Gdf, la manovra correttiva ha anche rafforzato i poteri di questi organi, avendo esteso il bacino di informazioni fornite dall’amministrazione finanziaria a cui possono attingere per adempiere alle funzioni cui sono destinati ed avendo attribuito loro la possibilità di segnalare, in via autonoma, gli eventuali illeciti tributari scoperti. “La partecipazione dei comuni all’accertamento rientra nella più ampia tematica del federalismo fiscale, che ha visto nell’ultimo anno l’emanazione di una serie di importanti provvedimenti”, sottolinea la relazione, aggiungendo che “l’attuazione del federalismo fiscale riveste un’importanza significativa per l’azione di servizio della Guardia di Finanza alla luce del suo ruolo di polizia economico-finanziaria a competenza generale, anche nel contrasto all’evasione fiscale dei tributi locali, per la tutela della finanza delle regioni, delle province e dei comuni”. Le Fiamme gialle sono già chiamate a operare in questo contesto, per mezzo di oltre 80 protocolli d’intesa stipulati sul territorio, che spaziano dall’Irap all’Ici, all’addizionale comunale e regionale applicate all’Irpef, alla compartecipazione regionale all’Iva, alla tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, alla tassa per i rifiuti solidi urbani, al tributo provinciale per la protezione dell’ambiente. Intese che prevedono modalità di cooperazione strutturate per il continuo scambio d’informazioni utili ai fini dell’applicazione dei tributi locali, nonché per l’acquisizione di elementi da utilizzare per il recupero delle imposte erariali evase. E la certezza della Gdf è, “grazie alla capillare diffusione sul territorio dei reparti”, di poter svolgere, anche in questa prospettiva, “un ruolo da protagonisti”, affiancando gli enti locali nella loro attività di sentinelle anti-evasione.
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