La “consistente contrazione del Pil a cavallo tra 2011 e 2012” denunciata da Confindustria, a causa della caduta della produzione industriale, è al centro dei Dossier del governo in vista del Consiglio dei Ministri di lunedì. Un contrazione del Pil, infatti, renderebbe ancora più insostenibile il debito pubblico, che crescerebbe rispetto alla ricchezza nazionale.
Di qui l’attenzione ai temi della crescita da parte dell’esecutivo in questi ultimi giorni decisivi. I ministri cominciano a superare il riserbo dei primi giorni e diversi di essi hanno fatto capire la direzione in cui si muove il governo e anche alcune misure.
Più che di una “manovra” di sola Finanza pubblica, ha spiegato Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, si tratta di “un progetto complessivo Paese”, cioè un pacchetto che mira a far ripartire la crescita con politiche economiche che diano al Paese un ruolo nel mercato globale. Anche perché, ha detto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, l’Italia rischia di “rientrare in recessione” per ragioni esterne ad essa. Rimane al primo posto il tema del debito e del Titoli di Stato.
Di qui la proposta lanciata da Passera alle associazioni degli imprenditori, di pagare i 90 miliardi di debiti della pubblica amministrazione verso i fornitori in Titoli. Il che porterebbe ad allentare la pressione sui Btp, con conseguente abbassamento dei tassi, ma restringerebbe la liquidità delle imprese stesse, che a loro volta sono alle prese con una ristrettezza del credito da parte delle banche. Ma per lo meno i loro crediti non sarebbero più inesigibili. In compenso si accelererebbe nel recepimento della Direttiva Ue che impone alla p.a. entro 60 giorni.
Dalla Difesa giungeranno altri risparmi, come ha spiegato il ministro Paolo Di Paola, a partire da dismissioni delle caserme. “La struttura attuale della Difesa ha un dimensionamento non più sostenibile”, ha detto l’ammiraglio. C’è poi il capitolo previdenza, con l’adozione del sistema pro-rata per l’avvenire per chi aveva ancora il retributivo. In C.d.M. anche una ulteriore accelerazione dell’adeguamento dell’età delle donne per accedere alla pensione di vecchiaia, come ha annunciato il ministro Elsa Fornero.
Per quanto riguarda la crescita, sul Tavolo del Tesoro il primo dossier è quello delle liberalizzazioni, con una “lenzuolata” che parte dalle professioni e passa per i farmaci e i servizi pubblici locali, come ha spiegato Passera nel pomeriggio alle associazioni imprenditoriali.
E allo Sviluppo si lavora anche al tema delle infrastrutture con il concorso in project financing dei privati. Per far salire il Pil serve anche incrementare la domanda interna, mettendo più soldi in tasca alle persone: di qui misure come il reddito minimo garantito, di cui ha parlato Fornero, uno sconto Irpef per le assunzioni di donne e giovani.
Si ragione anche a modalità di alleggerimento delle tasse sul lavoro, come l’aumento delle detrazioni per lavoro dipendente o una modulazione della prima aliquota Irpef (che però è molto costosa). In questa ottica in molti (Confcommercio, mondo cattolico) si sono espressi contro l’aumento dal 21 al 23% dell’Iva.
Tutto ciò richiede molte risorse. Le prime arriveranno dalla lotta all’evasione, con il Tesoro che abbasserà la soglia di tracciabilità a 500 euro (ma si fanno simulazioni anche a 100 euro).
Poi ci sarà l’Ici sulla prima casa (in realtà un anticipo dell’ingresso dell’Imu prevista dal federalismo fiscale), per la quale l’Anci chiede la manovrabilità dell’aliquota per esentare le fasce deboli.
E una patrimoniale ordinaria sugli immobili (all’1% per almeno tre anni) è data per certa. Quanto a quella sui patrimoni mobili è ‘top secret’ anche se fonti parlamentari la danno per inevitabile.
Non solo pensioni e Ici anche sviluppo
I ministri cominciano a superare il riserbo dei primi giorni e diversi di essi hanno fatto capire la direzione in cui si muove il governo e anche alcune misure
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