Caccia ai costi della politica nelle regioni. Obiettivo? Tagliarli, a partire dai vitalizi dei consiglieri, vale a dire le pensioni. Ieri i consiglieri regionali del Piemonte hanno abolito il vitalizio: il provvedimento, che vale dalla prossima legislatura e, quindi, dal 2015, è stato approvato dalla prima commissione, convocata in sede legislativa. La proposta di legge è stata approvata all’unanimità dai consiglieri presenti, anche se in commissione non sono mancate le discussioni. Al posto del vitalizio potrebbe essere introdotta, con un provvedimento a parte, una forma di pensione a sistema contributivo. La commissione ha anche deliberato che le indennità dei consiglieri vengano sganciate da quelle dei parlamentari e fissate, secondo indiscrezioni, a 8.631,71 euro lordi; l’adeguamento Istat sarà congelato fino al 2013. Anche in Friuli Venezia Giulia i vitalizi sono stati aboliti, con la Legge finanziaria per il 2012 che è stata approvata dal consiglio regionale il 20 dicembre scorso. A favore si sono espressi il Pdl (ma due consiglieri hanno lasciato l’Aula al momento del voto), il Pd, la Lega Nord e l’Udc; contrari Sel, Cittadini e Idv; il Fli si è astenuto. Con una precedente norma, il consiglio regionale aveva già approvato la riduzione dei consiglieri regionali che passeranno da 59 a 49, uno ogni 25 mila abitanti anziché uno ogni 20 mila. La norma modifica lo Statuto di autonomia, che è legge costituzionale; percià, dovrà essere approvata in doppia lettura dai due rami del Parlamento. Sono complessivamente già 13 le regioni che hanno approvato altrettante leggi regionali per abolire l’istituto del vitalizio: l’Abruzzo, la Basilicata, l’Emilia-Romagna, il Lazio, la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sardegna, la Toscana, il Trentino-Alto Adige, l’Umbria, il Veneto. Le altre Regioni che non lo hanno ancora fatto hanno già calendarizzato, per i prossimi giorni, la discussione di disegni di legge su questo tema. Il taglio dei vitalizi, però, non scatterà subito ma a partire dalla prossima legislatura e dunque, per la gran parte delle regioni, nel 2015. Tutto ha preso l’avvio grazie ad una decisione che è stata assunta, il 27 ottobre scorso, dalla Conferenza delle assemblee regionali d’intesa con la Conferenza delle regioni e delle province autonome. Allora – ma alcune regioni si erano già mosse, qualcuna, come il Trentino, già da anni – fu stabilito che le regioni avrebbero abrogato i vitalizi ai consiglieri regionali, a partire dalla prossima legislatura, con proposte di legge da mettere a punto nel giro di sei mesi, dunque entro fine aprile. I nuovi provvedimenti hanno in qualche caso suscitato polemiche. Nel Lazio la norma approvata ha destato scalpore poiché la riforma scatterà solo dal 2015 con l’abolizione mentre da subito il vitalizio viene addirittura allargato: ne potranno beneficiare anche gli assessori esterni, 14 su 15 nell’attuale giunta. Anche in Liguria i costi della politica hanno portato a liti, questa volta all’interno del centrosinistra. L’emendamento alla finanziaria regionale di alcuni consiglieri, che prevedeva il taglio degli assessori esterni, non è piaciuto al presidente della regione Claudio Burlando. La questione è esplosa, tanto da rischiare a mandare a gambe all’aria la giunta, ma poi è stata ricomposta. Il prossimo 12 gennaio è intanto stata convocata la prima seduta della commissione speciale paritetica Governo-regioni-enti locali per il rinnovamento delle istituzioni e il taglio dei costi della politica.
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