La bozza contiene infatti una stretta su Regioni ed enti locali, prevedendo un intervento diretto della presidenza del Consiglio in caso di regole locali in contrasto con la tutela e la promozione della concorrenza a livello nazionale. Ad occuparsi della materia sarà un apposito ufficio di Palazzo Chigi, la cui istituzione sarà affidata a un decreto del presidente del Consiglio. L’ufficio svolgerà “le funzioni di tutela e promozione della concorrenza nelle regioni e negli enti locali e di tutela dei consumatori”, monitorerà la normativa regionale e locale individuando le disposizioni contrastanti con la concorrenza e assegnerà, in caso di infrazioni, all’ente interessato un congruo termine per rimuovere i limiti imposti. Gli ambiti d’azione non sono specificati, ma è facile immaginare che il provvedimento si riferisca ad esempio a materie come il commercio o la distribuzione carburanti, oggi di stretta competenza regionale. Allo stesso tempo, facendo leva su una specifica facoltà di proposta in materia di privatizzazioni, la nuova struttura supporterà gli enti locali “nel monitoraggio e nelle procedure di dismissione delle loro partecipazioni societarie nei servizi pubblici locali”. La presidenza del Consiglio avrà insomma un potere diretto per favorire l’apertura delle utility municipalizzate. Nella bozza è previsto anche l’utilizzo di strumenti incisivi come le ispezioni o la Guardia di Finanza, anche se Palazzo Chigi ha precisato che tali poteri non saranno in realtà conferiti a nessuna nuova struttura. Assumendosi il nuovo ruolo di “garante” sugli enti locali, il governo affianca e rafforza così l’azione dell’Antitrust che fino ad oggi non aveva poteri diretti, se non di segnalazione o, in base al decreto “salva-Italia”, di ricorso al TAR contro gli atti amministrativi delle regioni. Intanto è però il capitolo taxi a scatenare le polemiche più agguerrite. Riuniti a Bologna in un inedito “parlamentino”, i rappresentanti di una trentina di sigle sindacali hanno optato per la linea dura e decretato unitariamente il fermo della categoria per il 23 gennaio per protestare contro la mancata convocazione e contro le misure annunciate per il settore. Una protesta che da Bologna arriva anche a Napoli dove in serata alcune centinaia di taxi hanno bloccato la centrale Piazza Plebiscito per una protesta spontanea. Ed è alta tensione anche per i farmaci con un plico contenente un piccolo ordigno scoperto ieri in una farmacia di Milano di proprietà della presidente di Federfarma.
>> In anteprima la bozza del decreto liberalizzazioni
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