La norma del decreto ammette la possibilità che nella gestione dei rifiuti da imballaggio ci siano dei soggetti alternativi al Conai, il consorzio nazionale che si occupa del riciclo e del recupero dei materiali di imballaggio.
La settimana scorsa l’Anci, prima dell’approvazione del decreto da parte del Consiglio dei ministri, aveva espresso un giudizio negativo sulla norma. Il presidente dell’Associazione dei comuni, Graziano Delrio, aveva deciso di scrivere al ministro per l’ambiente Corrado Clini per esprimere la propria preoccupazione per una liberalizzazione, che secondo l’Anci, di fatto, “andrebbe a compromettere la buona funzionalità dell’attuale sistema, che ha fino ad oggi garantito a livello nazionale il raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclo”.
“La proliferazione di consorzi per gli imballaggi, prevista dal decreto liberalizzazioni, scardina Il sistema Conai-Consorzi di filiera: un “dissesto annunciato” di un successo ambientale italiano che nel 2010 ha permesso di avviare al recupero il 75% degli imballaggi”. È quanto afferma in una nota Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile a proposito della parte relativa ai rifiuti da imballaggio contenuta nel decreto liberalizzazioni. “Questo sistema – osserva Ronchi – è riconosciuto come uno dei più importanti successi ambientali italiani. Con 1.400.000 associati, 7.340.000 tonnellate di rifiuti d’imballaggio avviate a recupero, ha consentito di passare dal 33 % dei rifiuti di imballaggio avviati al recupero nel 1998 ,al 75% del 2010, superando gli obiettivi (60% di recupero di cui 55%almeno di riciclo ) delle direttive europee,con costi inferiori a quelli sostenuti da altri sistemi europei”.
“Il testo del decreto – scrive il WWF in una nota – modifica l’attuale sistema che prevede la costituzione di un consorzio (il CONAI) composto da tutti gli operatori del settore che svolge, assieme ai consorzi di filiera, una funzione di coordinamento e di stimolo per incentivare le attività di riciclaggio e recupero dei rifiuti da imballaggio. Questo sistema ha finora consentito non solo di raggiungere, ma anche di superare gli obiettivi comunitari in materia di riciclaggio e di recupero dei rifiuti”.
“Il WWF sottolinea che la partecipazione paritaria di tutti gli operatori consente di non creare disparità di condizioni all’interno del mercato. La riforma, invece – prosegue la nota – consente la creazione di diversi operatori, che vengono riconosciuti attraverso il silenzio-assenso da un ente (l’Osservatorio nazionale dei rifiuti) che lo stesso Ministero dell’ambiente afferma di aver cancellato. Inoltre, si addossano al CONAI costi per servizi di cui beneficiano anche gli imprenditori a questo concorrenti, violando in tal modo le norme sulla concorrenza. Infine, questi nuovi operatori non hanno alcun controllo sulla definizione del piano di prevenzione e sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi comunitari. Il quadro viene completato con la previsione che, se gli obiettivi comunitari non saranno raggiunti, a pagare saranno tutti gli operatori di quel settore e non solo quelli inadempienti. Insomma – conclude il WWF – un pastrocchio degno del peggior azzeccagarbugli”.
(Fonte: Eco dalle città)
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