Il Governo fa un passo indietro sui taxi. Saranno comuni e regioni a fissare, se necessario, l’incremento delle licenze in base alle analisi della nascente Autorità dei trasporti, che fornirà un parere non vincolante, che se sarà disatteso potrà essere impugnato al TAR. Lo prevede un emendamento al dl liberalizzazioni (n. 1 del 2012) messo a punto in commissione industria al Senato dai due relatori Filippo Bubbico (Pd) e Simona Vicari (Pdl) e che ha ricevuto l’ok del governo. L’autorità dovrà monitorare e verificare la corrispondenza dei livelli di offerta del servizio taxi delle tariffe e della qualità delle prestazioni alle esigenze dei diversi contesti urbani. Saranno comuni e regioni ad intervenire non prima, però, di aver acquisito il parere dell’Autorità. Si potrà tra l’altro stabilire l’incremento del numero delle licenze “ove ritenuto necessario” bandendo concorsi straordinari. I proventi che deriveranno dal rilascio di nuove licenze – si legge – “sono finalizzati ad adeguare compensazioni da corrispondere a coloro che sono già titolari di licenza”. Verrà inoltre consentita ai titolari di licenza d’intesa con i comuni “una maggior libertà nell’organizzazione del servizio sviluppando anche nuovi servizi come il taxi ad uso collettivo. E una maggior libertà sarà riconosciuta anche per la fissazione delle tariffe con una “corretta e trasparente pubblicizzazione a tutela dei consumatori”. Si punta anche a migliorare la qualità dell’offerta ad esempio ampliando la formazione professionale. Fissati i principi si prevede anche che nel caso in cui i comuni si discostino senza adeguata motivazione dal parere dell’autorità quest’ultima potrà ricorrere al Tar del Lazio. “Per quanto mi riguarda spero che l’emendamento presentato nell’ambito del decreto legge sulle liberalizzazioni, che consente a comuni e regioni di fissare l’incremento delle licenze taxi, possa essere approvato”, ha detto il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, al termine della Conferenza unificata svoltasi oggi presso il ministero per gli affari regionali. “Sono d’accordo con il contenuto di questo emendamento – ha aggiunto Delrio – perché a mio modo di vedere i sindaci sono gli unici che possono prendere una decisione sul fronte delle licenze taxi, poi naturalmente sarà la nascente autorità dei trasporti ad operare le verifiche che più ritiene necessarie”. Di parere del tutto contrario le associazioni dei consumatori, che si sono lamentate del passo indietro compiuto dall’esecutivo sulla spinta bipartisan di palazzo Madama. Per quanto le altre novità apportate al provvedimento, spicca una riformulazione dell’articolo 11 che contiene le misure sulle farmacie, che porterà “incisive modifiche” come ha annunciato il ministero della salute. (Atteso nuovo testo). Perde terreno l’ipotesi di intervenire contro gli incroci azionarie e si chiarisce meglio e si rafforza la possibilità della class action. Arrivano mega multe anti clausole vessatorie a danno dei consumatori. Sale fino a 5 anni di reclusione la pena per chi commette frodi assicurative. Stop ai rimborsi per i “colpi di frusta”. La banca dati anti frode conterrà non solo le informazioni relative agli incidenti ma anche quelle dei danneggiati e dei testimoni. Infine i mutui: quando un cliente sottoscriverà un mutuo presso una banca non sarà più obbligato ad aprire un conto corrente in quell’Istituto. Inoltre la banca dovrà proporre al cliente almeno due polizze di due compagnie assicurative diverse. L’utente ne potrà sottoscrivere una da lui trovata sul mercato. E conto corrente gratis per i pensionati che hanno un assegno fino a 1.500 euro.
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