Scuola, stop alla stabilizzazione dei 10 mila

I  numeri dell’organico saranno stabiliti ogni tre anni in relazione alla popolazione scolastica. È quanto prevede la riformulazione dell’emendamento al d.l. semplificazioni su cui oggi la Camera ha votato la fiducia

8 Marzo 2012
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Non ci sarà alcuna stabilizzazione dei precari del settore scuola, mentre i numeri dell’organico saranno stabiliti ogni tre anni in relazione alla popolazione scolastica ma “nei limiti di risparmi di spesa accertati”.  È quanto prevede la riformulazione dell’emendamento al d.l. semplificazioni (5 del 2012) che introduceva invece la stabilizzazione di 10 mila precari della scuola. L’emendamento è stato approvato ieri in commissione alla Camera, dove il testo è ritornato a seguito della decisione della maggioranza di apportare le modifiche. Ieri sera poi il Governo ha posto la fiducia sul provvedimento: oggi il voto e martedì prossimo il via libera dall’aula. Niente più blocco rigido dell’organico della scuola, dunque, che invece potrà aumentare o diminuire se gli alunni della scuola italiana varieranno nel tempo di numero. Una linea che alla fine soddisfa sia il Pd sia il Pdl. Nel nuovo testo viene esplicitata, tra le finalità delle linee guida che dovranno essere adottate dal Miur, anche quella della definizione dell’organico di ogni scuola per potenziare il tempo pieno. A partire dal 2013, invece, le eventuali maggiori entrate provenienti dai giochi saranno usate per l’organico della scuola. Il Ministero dell’economia, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, dovrà verificare “la possibilità di emanare misure in materia di giochi pubblici utili al fine di assicurare maggiori entrate”. “Le eventuali maggiori entrate” saranno “riassegnate allo Stato per essere destinate” all’attuazione dell’autonomia scolastica anche nella parte che riguarda la determinazione dell’organico. Nel testo dell’emendamento sulla scuola approvato dalle Commissioni affari costituzionali e attività produttive della Camera si mette anche nero su bianco l’obiettivo “dell’estensione del tempo scuola”. Nella riformulazione c’è inoltre un passaggio che punta ad una concentrare una particolare attenzione alla lotta ai fenomeni di bullismo. Ogni istituto dovrà avere un “organico dell’autonomia, funzionale all’ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico, anche ai fini di una estensione del tempo scuola”. Deve essere poi definito un “organico di rete” con l’obiettivo di una gestione “ottimale” delle risorse e con la finalità dell’integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali, la formazione permanente, la prevenzione dell’abbandono e il contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo e dei fenomeni di bullismo, specie per le aree di massima corrispondenza tra povertà e dispersione scolastica”, recita il testo.

Reazioni
I capigruppo democratici nelle Commissioni cultura e affari costituzionali della Camera, Manuela Ghizzoni e Gianclaudio Bressa, hanno salutato con favore il nuovo emendamento sulla stabilizzazione di 10mila precari, ma avvertito che non è sufficiente. “Il Pd rivendica di aver sollevato come l’articolo 50 del decreto semplificazioni fosse totalmente insufficiente a dare risposte all’offerta formativa delle scuole. L’emendamento che abbiamo votato ieri (l’altro, n.d.r.) era la risposta vera e attesa, ma il governo non ha ritenuto di sostenerne la copertura”, hanno ricordato in una nota. “La proposta approvata, che il Pd giudica solo un primo timido inizio, introduce due elementi di novità”, hanno spiegato, “la prima riguarda la possibilità di mettere a disposizione del ministro dell’Istruzione una parte dei risparmi derivati dai tagli di organico della Gelmini” e la seconda “l’impegno del governo a ricontrattare con i concessionari dei giochi la destinazione di una parte delle risorse ricavate per la scuola in analogia a quanto già avviene per i beni culturali”. Per il Pd, hanno assicurato, “la battaglia proseguirà in Parlamento perché il ministro Profumo e il governo devono dare attuazione agli impegni che si sono assunti con l’approvazione di questo emendamento”. “Alla fine ha prevalso il buon senso e la continuità con una politica che punta a premiare la qualità”, afferma Mariastella Gelmini (Pdl). “Nessun ritorno al passato – aggiunge l’ex ministro dell’Istruzione in una nota – e quindi nessuna stabilizzazione, fatto salvo un periodico adeguamento del numero degli insegnanti alle eventuali variazioni della popolazione”.

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