Stretta sui giochi con l’aiuto dei sindaci

Comuni in campo per la ricollocazione dei punti di raccolta. Stop a slot machine e videopoker, vicini a luoghi sensibili come scuole, chiese e ospedali: le forze dell’ordine effettueranno almeno 5.000 controlli l’anno. Lo prevede la versione definitiva del decreto Balduzzi, pronto ad approdare sulla G.U.

12 Settembre 2012
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Stretta sulle sale da gioco, slot machine e videopoker, vicini a luoghi sensibili come scuole, chiese e ospedali: le forze dell’ordine effettueranno almeno 5.000 controlli l’anno, a campione, per verificare eventuali irregolarità. Comuni in campo per la ricollocazione dei punti di raccolta gioco. È quanto prevede l’ultima versione del decreto legge Balduzzi sulla sanità, alla firma del Presidente della Repubblica e pronto dunque per approdare sulla Gazzetta Ufficiale, dopo una messa a punto durata circa una settimana dal giorno dell’approvazione da parte del Governo. Una prima versione del decreto fissava una distanza minima delle sale giochi dai luoghi sensibili, prima 500 poi 200 metri, ma successivamente si è stabilito, anche per evitare profili di incostituzionalità, di limitarsi a fissare il principio di “evitare la prossimità” a scuole e ospedali, demandando a Monopoli e enti locali la regolamentazione sulla distanza delle nuove licenze. Nella norma si legge nello specifico che “l’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e, a seguito della sua incorporazione, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, in funzione della sua competenza decisoria esclusiva al riguardo, provvede a pianificare, tenuto conto degli interessi pubblici di settore, ivi inclusi quelli connessi al consolidamento del relativo gettito erariale, forme di progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco praticato mediante gli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a), del testo unico di cui al regio decreto n. 773 del 1931, che risultano territorialmente prossimi a istituti scolastici primari e secondari, strutture sanitarie ed ospedaliere, luoghi di culto. Le pianificazioni operano relativamente alle concessioni di raccolta di gioco pubblico bandite successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e valgono, per ciascuna nuova concessione, in funzione della dislocazione territoriale degli istituti scolastici primari e secondari, delle strutture sanitarie ed ospedaliere, dei luoghi di culto esistenti alla data del relativo bando. Ai fini di tale pianificazione si tiene conto dei risultati conseguiti all’esito dei controlli, nonché di ogni altra qualificata informazione acquisita nel frattempo, ivi incluse proposte motivate dei comuni ovvero di loro rappresentanze regionali o nazionali.
Per quanto riguarda la pubblicità, è scomparso il riferimento alla fascia oraria protetta (in origine non si sarebbero potute trasmettere pubblicità dei giochi tra le 16 e le 19.30), ma rimane il divieto di inserire spot sui giochi all’interno di programmi televisivi o proiezioni cinematografiche prevalentemente rivolte ai giovani, nonché via Internet. Gli spot, inoltre, dovranno contenere indicazioni sui possibili rischi di dipendenza, e rinviare alle note informative che chiariscono quali siano le effettive chance di vincita, note pubblicate sul sito dei Monopoli di Stato. Le indicazioni sui rischi di dipendenza e sulle possibilità di vincita dovranno essere riportate anche “anche sulle schedine e sui tagliandi di tali giochi”, su slot e vlt, nelle agenzie di scommesse, sui siti internet di gioco. Le violazioni degli obblighi pubblicitari verranno sanzionate con ammende da 100mila a 500mila euro, verranno puniti sia il committente, sia l’emittente. La mancata indicazione dei rischi di dipendenza e delle chance di vincita comporterà una sanzione fino a 50mila euro. Per gli under 18, inoltre, sarà completamente vietato accedere in quelle aree dei locali pubblici in cui sono istallate slot, e nelle agenzie di scommesse. I titolari degli esercizi dovranno chiedere il documento di identità.
“Ci auguriamo che le nuove norme introdotte dal decreto Balduzzi favoriscano un processo improntato alla trasparenza e al rigore anche in materia edilizia sanitaria e di sicurezza”, commenta Daniela Pedrini, presidente della Società italiana dell’architettura e dell’ingegneria per la sanità (SIAIS), con riferimento al tema dell’edilizia sanitaria, presente nel decreto. “Il nuovo testo di legge – spiega il Presidente SIAIS – incide sulle norme che regolano il partenariato pubblico-privato in materia di edilizia sanitaria ampliando le possibilità di collaborazione tra il privato imprenditore e l’azienda sanitaria pubblica. La partnership tra pubblico e privato è molto importante, ma non basta in un settore “sotto finanziato” anche se cruciale per la tutela della salute qual è quello della costruzione, ristrutturazione e ammodernamento dei presidi sanitari. Occorre però liberare risorse ad hoc per l’edilizia sanitaria – continua Pedrini -.
In Italia gli edifici che ospitano gli ospedali sono spesso molto vecchi e richiedono, quindi, opportuni quanto costosi programmi d’intervento per rendere le strutture al passo con le normative vigenti”. In particolare, il decreto Balduzzi prevede la cessione di immobili ospedalieri da dismettere come possibile forma di pagamento a chi realizza i lavori di ristrutturazione per la messa a norma delle strutture sanitarie del servizio pubblico. Tale cessione dell’immobile si potrà realizzare anche per quelle strutture che possono avere un cambiamento di destinazione d’uso da attuarsi secondo la disciplina regionale vigente. In tema di sicurezza, il decreto interviene anche sull’adeguamento della normativa antincendio nelle strutture sanitarie prevedendo che una quota-parte delle risorse statali dedicate all’adeguamento strutturale e tecnologico dei presidi sanitari (ex art. 20 legge n. 67/1988) sia utilizzata specificamente per il rispetto delle norme antincendio. Queste ultime vengono anche aggiornate per alcune tipologie di strutture sanitarie sulla base di criteri improntati alla semplificazione. “Anche la conformità alla normativa antincendio – conclude Pedrini – è un elemento fondamentale per la sicurezza dei pazienti, dei loro familiari e del personale che lavora in ospedale. Il rispetto delle regole vigenti consente non solo di abbattere la soglia del rischio, ma è prima di tutto una dimostrazione di civiltà che un Paese evoluto non può disattendere”.

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