Sicilia: c’è il via libera all’abolizione delle province

Cancellate le elezioni di fine maggio, le attuali province verranno commissariate e si formeranno i liberi consorzi dei comuni. Risparmio immediato stimato in 10 milioni di euro che, in futuro, salirà a 50 milioni

20 Marzo 2013
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Il “modello Sicilia” funziona, funziona eccome; l’alleanza, tacita ma reale, fra Pd e M5S nell’assemblea regionale siciliana ha determinato una vittoria importante per l’isola che si vedrà, nel prossimo futuro, abolite le province. La regione, guidata da Rosario Crocetta, leader del Pd, ha così votato una legge storica che traccia una strada importante per tutto il paese e lo fa in un contesto difficile e spesso immobile proprio come quello siciliano che in materia di novità è cambiamento è quasi sempre restio e contrario, tanto che nemmeno questa volta sono mancati gli ostacoli.
Dunque se a Roma la collaborazione tra Pd e M5S continua a scricchiolare e generare più polemiche che consensi, nella Sicilia a 5 stelle le cose sembrano andare a gonfie vele; infatti Pd e M5S hanno superato insieme in aula il test importante di sei voti segreti e hanno realizzato una riforma che, almeno per una volta, pone lo scenario politico dell’isola all’avanguardia. 
Dunque Rosario Crocetta incassa una vittoria non facile e per nulla scontata, nonostante che tre settimane fa avesse annunciato in un salotto televisivo che l’abolizione delle province sarebbe stata qualcosa di imminente in Sicilia, dando una sicurezza che forse, all’epoca, ancora non poteva vantare. Quello che il presidente non ha detto, infatti, è che per ottenere un risultato del genere sarebbe stata necessaria non solo una delibera di giunta, ma una legge approvata dal ribelle Parlamento regionale.
Addirittura il primo testo redatto dal governo regionale di Crocetta aveva ottenuto pure un parere negativo; infatti era stato bocciato informalmente dal commissario dello Stato, la figura deputata a giudicare la costituzionalità o meno delle leggi siciliane. Alla fine il presidente ottiene una riforma che, nello stretto immediato, non modifica la situazione ma mostra la via precisa da intraprendere; infatti sono state cancellate le elezioni di fine maggio ed è fissato che al posto delle province si formano i liberi consorzi dei comuni.
Questi sono organismi che non saranno più legati al risultato delle urne ma avranno vertici decisi al loro interno dai sindaci dei territori interessati.  A questo punto l’Ars ha tempo fino al 31 dicembre per dare contenuti mediante una normativa specifica al provvedimento approvato. Per il momento, le attuali Province verranno commissariate il che porterà ad un risparmio immediato stimato in 10 milioni di euro, in futuro, quando la normativa lavorerà a pieno regime, il risparmio salirà a 50 milioni. 
Non tutti però sono favorevoli a questa riforma, il Pdl ha portato avanti uno ostruzionismo feroce fatto di interventi – fiume e un costante ricorso al voto segreto, tuttavia nonostante questi piccoli ostacoli la legge è passata pienamente; 53 sono i voti favorevoli, 28 i contrari e un astenuto. Dunque, probabilmente, è stato decisivo il contributo dei 15 consiglieri grillini che per mezzo di Giancarlo Cancellieri, capogruppo M5S, parlano di “una nostra vittoria”. 
“Fino a qualche tempo fa gli intenti di governo e opposizione si limitavano a un semplice rinvio del voto. Abbiamo sparigliato le carte – ha dichiarato Cancellieri – e alla fine Crocetta ha preso in considerazione la nostra proposta”. Molto più cauto, invece, Crocetta che riconosce che “ i grillini stanno dando un sostegno concreto alle riforme. L’Italia oggi ci guardava: siamo il primo governo a fare una legge del genere” e poi però precisa anche “è una vittoria di tutti”.
La collaborazione fra il Pd di Crocetta e l’M5S di Cancellieri ormai è divenuta una costante della vita politica dell’isola, nonostante il movimento non si senta parte della maggioranza, o per lo meno, rifiuti formalmente questo ruolo anche se nella realtà il suo contributo è notevole visto che ha orientato in modo considerevole le mosse di Crocetta mediante mozioni d’aula, una su tutte quella che ha spinto la giunta a chiedere al governo americano la sospensione dei lavori del Muos, il sistema satellitare di Niscemi.
Il “modello Sicilia” ieri, quindi, ha approvato la prima legge, ed è una legge che, per spiegarla con il senatore Beppe Lumia, uno dei parlamentari più vicini a Crocetta “ lancia un segnale al Paese. Proveniente proprio da una regione che è stata sempre considerata patria di sprechi e clientelismo”.
Intanto la politica dei tagli e del risparmio si fa contagiosa; infatti è notizia di questa mattina che in Sardegna è stato dato il via libera alla Finanziaria 2013 che prevede che la nuova Giunta, quella di Cappellacci, lavorerà senza alcuna indennità, solo un compenso simbolico di un euro a ciascun assessore. Il disegno di legge sarà trasmesso al Consiglio regionale entro questa settimana per avviare l’iter di approvazione in Aula. 

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