Dopo la recessione che ha segnato il 2012, nel primo semestre del 2013 l’economia dell’UE dovrebbe stabilizzarsi e, nella seconda metà dell’anno, il PIL dovrebbe tornare gradualmente a crescere, per poi guadagnare velocità nel 2014.
Poiché la domanda interna è ancora contratta a causa di una serie di fattori tipici del periodo che segue una profonda crisi finanziaria, sarà la domanda esterna il principale motore di crescita di quest’anno. Si prevede che il freno al consumo privato e agli investimenti si riduca gradualmente, aprendo la strada ad una modesta ripresa sostenuta dall’interno nel prossimo anno. Questa previsione si basa sul presupposto che la costante attuazione di misure politiche eviterà il riacuirsi della crisi del debito sovrano.
Quest’anno la crescita annuale del PIL dovrebbe attestarsi a -0,1 nell’UE e -0,4 nell’area dell’euro. Per il 2014, si prevede che l’attività economica cresca dell’1,4% nell’UE e dell’1,2% nell’area dell’euro.
Olli Rehn, Vicepresidente e Commissario per gli Affari economici e monetari e l’euro, ha dichiarato: “Alla luce della recessione prolungata si deve fare il possibile per superare la crisi dell’occupazione in Europa. Il mix delle politiche dell’UE si concentra sulla crescita sostenibile e sulla creazione di occupazione; il risanamento di bilancio prosegue, ma a ritmo rallentato. Parallelamente, è necessario intensificare le riforme strutturali per sbloccare la crescita in Europa.”
Gli ostacoli alla domanda interna si stanno lentamente riducendo
Ad oggi, gli investimenti e i consumi interni sono ancora ostacolati dall’assestamento del bilancio e dalle limitazioni di accesso al credito presenti in alcuni paesi, dalle basse aspettative su utili e redditi futuri e dall’alto livello di incertezza delle prospettive economiche. Nonostante la situazione del mercato finanziario sia migliorata notevolmente e, considerata l’UE nel suo insieme, i tassi di interesse siano diminuiti, ciò non ha ancora prodotto effetti positivi nell’economia reale. Finora ci sono soltanto timidi segnali di un’attenuazione della frammentazione finanziaria tra gli Stati membri e le imprese delle economie vulnerabili continuano a fare i conti con condizioni di accesso al credito restrittive.
La regolazione degli squilibri interni ed esterni sta compiendo progressi e si prevede che vari Stati membri vulnerabili registrino quest’anno un surplus delle partite correnti grazie alla maggiore redditività del settore delle esportazioni. Tuttavia, nonostante l’esposizione del debito alla leva finanziaria si stia riducendo, è probabile che essa continui a costituire un ostacolo alla crescita durante il periodo cui fanno riferimento le previsioni. Inoltre, si prevede che la debolezza del mercato del lavoro andrà a gravare sui consumi privati. Si prevede pertanto che, nel complesso, la crescita della domanda interna rimarrà modesta nell’arco del periodo considerato.
Si prevede inoltre che la ripresa dell’attività economica sarà troppo lenta per riuscire a ridurre la disoccupazione, che si stima raggiungerà nel 2013 l’11% nell’UE e il 12% nell’area dell’euro, per poi stabilizzarsi su questi livelli nel 2014, ancora con ampissime differenze tra i vari Stati membri. Secondo le proiezioni l’occupazione diminuirà ulteriormente nel 2013 in quanto continueranno a farsi sentire i postumi della recessione del 2012. Tuttavia, entro il 2014 la crescita del PIL dovrebbe essere più dinamica e iniziare a aumentare il livello di occupazione.
Negli ultimi trimestri l’inflazione dei prezzi al consumo è continuata a diminuire perché si è attenuato l’impatto causato dai precedenti aumenti del prezzo dell’energia. Si prevede che quest’anno la riduzione graduale dell’inflazione si confermi e che questa si attesti all’1,8% nell’UE e all’1,6% nell’area dell’euro nel 2013, stabilizzandosi rispettivamente sull’1,7% e sull’1,5% nel 2014.
Il risanamento strutturale di bilancio procede più gradualmente
Continuerà la riduzione dei disavanzi pubblici. Nel 2013 i disavanzi nominali dovrebbero scendere al -3,4% nell’UE e al -2,9% nell’area dell’euro. Si prevede che il ritmo di risanamento dei saldi di bilancio strutturali sia più lento rispetto al 2012 e, alla luce della debole prospettiva dell’attività economica, si stima che il rapporto debito/PIL si attesterà quest’anno all’89,8% nell’UE e al 95,5% nell’area dell’euro.
Se da un lato i rischi per la prospettiva economica sono ora più equilibrati grazie all’attuazione, a partire dalla scorsa estate, di importanti decisioni politiche, dall’altro sussistono rischi di peggioramento rispetto alle previsioni. In assenza di ulteriori riforme, gli altissimi livelli di disoccupazione in alcuni Stati membri potrebbero compromettere la coesione sociale e assumere carattere permanente. Più in generale, rimane fondamentale l’effettiva attuazione di misure e politiche di aggiustamento per rafforzare l’architettura dell’UEM e prevenire un riacuirsi della tensione nei mercati finanziari. Le previsioni potrebbero anche dover essere riviste al rialzo grazie alla situazione favorevole del mercato finanziario o a un progresso più rapido del previsto dell’aggiustamento e delle riforme, che potrebbero permettere di riacquistare fiducia più rapidamente e di anticipare la ripresa. La crescita globale potrebbe rivelarsi più dinamica di quanto ci si aspetti grazie, ad esempio, alle recenti misure espansionistiche. Per quanto riguarda i rischi circa le prospettive d’inflazione, essi continueranno nel complesso a compensarsi.
La relazione dettagliata è disponibile al seguente indirizzo:
http://ec.europa.eu/economy_finance/eu/forecasts/2013_spring_forecast_en.htm
(Fonte: Commissione europea)
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