La Commissione europea ha presentato un rapporto sui risultati della politica di coesione negli Stati membri. L’Ue avrebbe agito rapidamente all’inizio della crisi, nel 2008, con una serie di misure adottate per favorire l’utilizzo dei fondi strutturali. La riprogrammazione da un’area tematica all’altra ad esempio è stata resa più flessibile: il rapporto rileva che, entro la fine del 2012, circa 36 miliardi di euro, l’ 11% del totale dei fondi, sono stati orientati a sostenere i bisogni più urgenti. Ne sono esempi le recenti misure nei paesi più colpiti dalla disoccupazione giovanile, intese a sostenere giovani e imprese. Tra le altre misure anti-crisi adottate il miglioramento del flusso di cassa per le autorità di gestione per dare il via ai progetti in modo più rapido e la riduzione del cofinanziamento nazionale per i paesi con i maggiori deficit di bilancio. Queste misure hanno contribuito all’occupazione: in Europa sono stati creati complessivamente circa 200 000 posti di lavoro nel corso degli ultimi due anni, la maggior parte nelle PMI. Il rapporto rivela anche che tra il il 2009 e il 2010, il numero annuo di partecipanti ai progetti del FSE è salito da 10 al 15 milioni, e tale livello continua ad essere mantenuto. Inoltre, dal 2007 al 2010 circa 12,5 milioni di persone, di cui oltre la metà donne, hanno preso parte ad azioni a sostegno all’occupazione e di queste 2,4 milioni ha potuto trovare lavoro entro sei mesi.
Il rapporto rileva una chiara evidenza che i programmi dei Fondi strutturali stanno raggiungendo risultati concreti, ma sottolinea la rilevanza delle profonde riforme in corso di negoziazione tra il Parlamento europeo e i governi dell’UE per la politica di coesione che includono una più strategica concentrazione delle risorse sulle priorità e maggiore attenzione ai risultati e alla valutazione. >> Scarica il rapporto
(Fonte: AICCRE)
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