Cittadinanza UE: 12 nuove azioni della Commissione per i cittadini

14 Maggio 2013
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Ancora oggi i cittadini europei incontrano quotidianamente ostacoli al pieno esercizio dei loro diritti e la Commissione europea propone un nuovo pacchetto di misure. La relazione 2013 sulla cittadinanza dell’Unione, pubblicata l’8 maggio scorso, individua infatti 12 azioni concrete per aiutare gli europei a fare un uso migliore dei loro diritti, dalla ricerca di lavoro in un altro Stato membro alla partecipazione alla vita democratica.

Si tratta soprattutto di facilitare il lavoro e la formazione in un altro paese UE, ridurre pratiche burocratiche eccessive per chi vive e viaggia nell’Unione ed eliminare gli ostacoli al commercio transfrontaliero. Con la relazione sulla cittadinanza dell’Unione, pubblicata in concomitanza con l’Anno europeo dei cittadini, la Commissione ha voluto rispondere alle tante segnalazioni di cittadini UE frustrati dagli ostacoli con cui si scontrano quando viaggiano, soggiornano o fanno acquisti in un altro paese dell’Unione.

“La cittadinanza dell’Unione è il fiore all’occhiello dell’integrazione europea e rappresenta, per l’Unione politica, quello che l’euro rappresenta per l’Unione economica e monetaria. La relazione sulla cittadinanza che pubblichiamo oggi dà centralità ai cittadini dell’Unione”, ha commentato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “Dal suo ingresso nei trattati nel 1993, la cittadinanza dell’Unione è molto cresciuta ma non ha ancora raggiunto la piena maturità: ancora oggi i cittadini europei trovano difficoltà nell’esercitare i loro diritti nel quotidiano. Ogni anno riceviamo più di un milione di segnalazioni di cittadini a questo proposito. Perciò abbiamo deciso di proporre una serie di azioni per potenziare i diritti dei cittadini nella vita di ogni giorno, ad esempio quando cercano lavoro, fanno acquisti online o partecipano al processo decisionale europeo.”

Vent’anni fa il trattato di Maastricht stabiliva diritti legati alla cittadinanza dell’Unione, che però ancora oggi non trovano sempre riscontro nel quotidiano. È quanto emerge da una vasta consultazione pubblica sulla cittadinanza dell’UE (IP/12/461) che ha raccolto numerosi esempi di ostacoli burocratici all’esercizio del diritto alla libera circolazione segnalati dai 12 000 cittadini UE che vi hanno partecipato. L’Unione deve fare di più, come confermano due sondaggi Eurobarometro, uno sulla cittadinanza (IP/13/119) e uno sui diritti elettorali (IP/13/215), una serie di dialoghi diretti con i politici in presenza di politici nazionali e europei e le numerosissime domande sui diritti UE rivolte dai cittadini al servizio d’informazione Europe Direct. È proprio a questi problemi che la Commissione intende dare risposta.

Sullo scenario della crisi finanziaria e del debito sovrano, l’Unione deve poter rimuovere qualsiasi ostacolo che impedisca ai cittadini UE di cercare lavoro qualificato altrove nell’Unione o di acquistare beni sul mercato interno. Una necessità tanto più pressante in quanto l’UE si muove verso un’Unione economica e monetaria vera e propria e vede già spuntare un’Unione politica al proprio orizzonte.

Per rafforzare i diritti dei cittadini, la relazione 2013 sulla cittadinanza dell’Unione propone 12 nuove azioni in sei ambiti diversi (vedi l’elenco completo in allegato):

1. Rimuovere gli ostacoli per lavoratori, studenti e tirocinanti UE:

  • per i disoccupati che cercano lavoro in un altro Stato membro UE, si tratta di verificare la possibilità di estendere il sussidio di disoccupazione percepito nel paese d’origine oltre gli attuali 3 mesi obbligatori, in modo da aumentare la mobilità dei lavoratori;
  • definire un quadro di qualità per i tirocini, che precisi diritti e doveri delle parti e eviti un uso improprio del tirocinio come “lavoro non retribuito”;

2. Ridurre la burocrazia negli Stati membri:

  • facilitare il riconoscimento dei documenti di identità e di soggiorno per permettere ai cittadini di viaggiare e identificarsi in un altro paese UE, se necessario anche con documenti europei unici facoltativi validi in tutti gli Stati membri;
  • rendere più facile all’interno dell’UE il riconoscimento dei certificati di controllo tecnico delle auto;

3. Tutelare i più vulnerabili all’interno dell’Unione:

  • mettere a punto una tessera europea di disabilità riconosciuta da tutti gli Stati membri, che permetta a 80 milioni di disabili di beneficiare dei vantaggi delle tessere nazionali (accesso a trasporti, turismo, cultura e tempo libero) quando esercitano il diritto alla libera circolazione;
  • proporre un pacchetto di misure di legge che rafforzi i diritti procedurali dei cittadini sospettati o accusati di reati, in particolare dei minori e delle persone vulnerabili;

4. Eliminare gli ostacoli agli acquisti nell’Unione:

  • migliorare le norme sulla risoluzione delle controversie transfrontaliere per gli acquisti di piccolo importo online o in un altro paese dell’UE; per recuperare rapidamente gli importi esiste già il procedimento europeo per controversie di modesta entità;
  • mettere a punto uno strumento online che renda più trasparenti gli acquisti di prodotti digitali e permetta di raffrontare le offerte nei vari paesi UE;

5. Promuovere la diffusione di informazioni accessibili e mirate sull’Unione:

  • mettere a disposizione delle amministrazioni locali strumenti di e-training e spiegare in modo chiaro e accessibile a tutti a chi rivolgersi in caso di problemi;

6.    potenziare la partecipazione dei cittadini al processo democratico:

  • fare in modo che i cittadini UE possano esercitare il diritto di voto alle elezioni nazionali nel paese di origine una volta trasferitisi in un altro paese UE: in alcuni Stati membri i cittadini che risiedono altrove nell’UE si trovano infatti nell’impossibilità di votare, il che equivale di fatto a punire chi esercita il diritto alla libera circolazione.

La relazione sulla cittadinanza dell’Unione, elemento di punta dell’Anno europeo dei cittadini 2013, fa un bilancio dei progressi compiuti dalla prima relazione del 2010 (vedi IP/10/1390 e MEMO/10/525) e rende conto delle azioni intraprese dalla Commissione per realizzare le 25 azioni annunciate a ottobre 2010.

Oltre alla relazione sulla cittadinanza, la Commissione ha inoltre pubblicato l’ultima relazione sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (vedi IP/13/411 e MEMO/13/411), che riguarda diritti dei cittadini come quello alla protezione dei dati personali, e una relazione sui progressi realizzati verso una cittadinanza UE più effettiva, che traccia il bilancio dell’attuazione dei diritti dei cittadini UE, come la libera circolazione, i diritti politici o la protezione consolare, e della lotta contro la discriminazione basata sulla nazionalità.

Contesto
Ancora oggi l’esercizio del diritto alla libera circolazione incontra ostacoli nella vita di tutti i giorni. La Commissione, che è all’ascolto dei cittadini UE, passa all’azione per rafforzarne i diritti. La relazione 2013 sulla cittadinanza dell’Unione interviene al momento giusto nel corso del dibattito sul futuro dell’Unione europea, perché non è più possibile potenziare l’integrazione senza accresce la legittimità democratica.
Con la relazione sulla cittadinanza 2013 la Commissione traccia anche il bilancio degli ultimi risultati ottenuti e individua i rimanenti ostacoli al pieno esercizio dei diritti dei cittadini UE.
La prima relazione sulla cittadinanza europea, adottata dalla Commissione europea nel 2010, individuava 25 interventi per risolvere gli ostacoli all’esercizio della cittadinanza UE, e la Commissione ha lavorato sistematicamente per realizzarli:

  • migliorando i diritti di circa 75 milioni di vittime di reati in tutta l’Unione (IP/11/585);
  • semplificando l’immatricolazione dei veicoli in un altro Stato membro a vantaggio di 3,5 milioni di persone e con un abbattimento dei costi di 1,5 miliardi di euro (IP/12/349);
  • eliminando le maggiorazioni per l’uso della carta di credito e i riquadri già contrassegnati per gli acquisti online (MEMO/11/675);
  • garantendo a tutti i cittadini UE il diritto a un processo equo, con ripercussioni su circa 8 milioni di procedimenti l’anno (IP/12/430IP/10/1305);
  • chiarendo i diritti di proprietà di 16 milioni di coppie internazionali in Europa (IP/11/320).

(Fonte: Commissione europea)

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