BRUXELLES – La ricetta dell’Ue per combattere i cambiamenti climatici comincia a tavola. Se i cittadini europei rinunciassero per un giorno alla settimana a mangiare carne nel 2020 potrebbero tagliare 50 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, che salirebbero a 200 riducendo le calorie e mangiando più frutta e verdura, per arrivare fino a 266 milioni diventando tutti vegetariani. Queste le stime di uno studio di CE Delft, Fraunhofer Institute for systems and innovation research e LEI Wageningenm, per conto della Commissione Ue.
I ricercatori hanno esaminato una trentina di opzioni di possibili cambiamenti di abitudini dei consumatori europei, che oltre ad una dieta più sana includono l’acquisto di un’automobile più piccola o ‘ecologica’, una guida virtuosa per i consumi di carburante, il tele-lavoro da casa, la diminuzione del riscaldamento di uno o due gradi e una migliore ventilazione delle abitazioni. Undici le ipotesi risultate più efficaci: se fossero applicate dai 500 milioni di europei, l’Ue potrebbe tagliare entro il 2020 circa metà della CO2 prodotta dalla Polonia nel 2010. Si parla di uno scenario estremo, ma che rende l’idea di quanto la scelta del singolo consumatore possa fare la differenza nella lotta dell’Ue contro l’emergenza clima. Un potenziale di riduzione dei gas serra non trascurabile per la Commissione europea, che ha deciso di promuovere la campagna di comunicazione ‘salva-clima’ battezzata ‘Il mondo che ti piace.
Con il clima che ti piace. La campagna sbarcherà il prossimo 7 giugno in Italia con un evento a Milano che prevede un dibattito dei cittadini con il commissario Ue al clima, Connie Hedegaard, insieme a politici, scienziati e rappresentanti delle imprese. ”Grazie alle nostre scelte personali – spiega Hedegaard – tutti noi possiamo fare la differenza nella lotta contro i cambiamenti climatici. Voglio ascoltare i cittadini e discutere quello che possiamo fare come singoli”. Gli strumenti perché i singoli riescano realmente a fare la differenza secondo lo studio Ue sono pacchetti di politiche ad hoc, campagne di comunicazione, informazione nelle scuole, etichettature.
Per aumentare l’acquisto e uso di automobili giù piccole, lo studio propone misure fiscali adottate da tutti gli Stati membri, con una tassazione differenziata in base alla CO2 prodotta sulla compravendita del veicolo, per le auto aziendali e per i carburanti, oltre a politiche favorevoli alla circolazione dei piccoli mezzi, una strategia di comunicazione.
Un pacchetto completo che a lungo termine potrebbe ridurre fra 24 e 35 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 nel 2050.
(Fonte: Ansa)
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