L’Italia ha chiesto che le risorse versate per le grandi reti Ue transeuropee restino fuori dai vincoli del trattato di Maastricht: è quanto ha detto ieri il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, in teleconferenza dal Consiglio trasporti in corso a Lussemburgo.
Il ministro ha spiegato come per l’Italia si punta a tenere fuori dal conteggio del deficit la propria parte alle grandi reti Ue, cioe’ 33 miliardi di euro (5 miliardi nel 2013, 9 nel 2014 e 9 nel 2015): ”Sono risorse fondamentali per realizzare i collegamenti dei corridoi come quello mediterraneo che va da Madrid a Kiev, sono fondi di reti Ue, perche’ devono rientrare in Maastricht? ”, ha detto Lupi. ”E’ come se fosse un contributo che l’Italia da’ alla Ue”, ha aggiunto. La richiesta italiana riguarda ”non la spesa cattiva ma quella buona per la crescita”, e ”le infrastrutture aiutano la Ue a uscire dalla crisi, che e’ un tema discusso su cui si lavorera”’. Sono quattro i ‘corridoi ten’ o reti centrali essenziali per la Ue, che riguardano l’Italia e a cui l’Italia contribuira’ con 33 miliardi: si tratta del corridoio Mediterraneo Madrid-Kiev (la tav rientra in questo progetto), quello che va da Helsinki a La Valletta, da Rotterdam a Genova e dal Baltico all’Adriatico.
Sono progetti gia’ avviati e gia’ approvati dalla Ue, ritenuti ”strategici” e sono quindi ”spese circoscritte” secondo il ministro che ha spiegato di aver avviato oggi i lavori preparatori. Sul dossier si lavorera’ ancora, e la Commissione tra qualche giorno fara’ la sua proposta dove si capira’ cosa intende per ‘spese per investimento’ scorporabili dal deficit.
Lupi spiega che ad esempio i 9 miliardi per le ten del 2014 peserebbero sul deficit per circa uno 0,15-0,20%. Se non venissero conteggiati, libererebbero altrettante risorse da spendere su altro.
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