Proprio mentre venerdì scorso il terremoto tornava a colpire il Nord Italia, con la forte scossa di magnitudo 5.2 con epicentro in Lunigiana, il Governo Letta incassava a Montecitorio la prima fiducia della sua – breve – storia con il decreto-legge sulle emergenze, dove tra i capitoli più importanti figura il sisma in Emilia del 2012.
Non c’è solo la sciagura che colpì poco più di un anno fa le aree emiliane negli articoli del testo, ma altre emergenze tutt’altro che risolte, come lo stesso terremoto del 2009 in Abruzzo, la crisi dei rifiuti a Palermo, alcune misure per aree specifiche, il Tav in Val di Susa e l’immancabile Expo 2015.
Insomma, un decreto che contiene moltissime norme sensibili e urgenti, assieme ad altre giudicate invece, soprattutto dal MoVimento 5 Stelle, dannose, tra cui quelle destinate proprio all’Alta velocità ferroviaria Torino-Lione.
È per questo che nei giorni della settimana scorsa è andato in scena un vero e proprio muro contro muro alla Camera, con i deputati grillini impegnati in un’azione di ostruzionismo che ha costretto il Governo a porre la fiducia sul provvedimento, per un voto che si è tenuto nella tarda mattinata di venerdì scorso, portando a conclusione il travagliato iter.
Numerosi, come si diceva, i piani d’intervento del decreto. Il nome esatto del provvedimento è “Conversione del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE”.
Denominazione enciclopedica, che contiene alcune importanti modifiche di carattere generale e altre più specifiche. Per le popolazioni che hanno subito le devastazioni del terremoto nel 2012, viene prorogato lo stato di emergenza, oltre all’ovvia sospensione della riscossione Imu e Tares su fabbricati distrutti ed inagibili. Per agevolare l’accensione dei mutui alle persone colpite e rimaste con case o edifici danneggiati, viene stabilito che “il contributo destinato ad interventi di riparazione, ripristino o ricostruzione di immobili di edilizia abitativa e ad uso produttivo viene erogato sotto forma di indennizzo e che quindi i soggetti autorizzati al credito possono contrarre finanziamenti senza comportare obbligazioni o vincoli”.
Altre misure significative sono quelle sulla deroga del Patto di stabilità, allargata alle regioni Molise e Piemonte, da una parte per finanziare la ricostruzione dopo il sisma dell’ottobre 2002 e, dall’altra, per favorire lo sblocco dei finanziamenti destinati all’Alta velocità, pari a 10 milioni per ciascuno dei prossimi 3 anni.
Viene inoltre prorogato al 1° gennaio 2014 l’obbligo, per i comuni fino a 5.000 abitanti, di fare ricorso alle centrali di committenza (obbligo già in vigore dal 1° aprile 2013). La proroga servirà agli enti per superare le difficoltà a passare al nuovo sistema. Per i bandi pubblicati tra il 1° aprile 2013 e l’entrata in vigore del d.l. 43/2013 valgono le regole previste per gli appalti stipulati da centrali di committenza, di cui all’articolo 33, comma 3-bis del codice.
Molto criticate, infine, sia la proroga delle gestioni commissariali, anche se la decisione del Governo di blindare il testo con un voto di fiducia ha smorzato le polemiche fino all’ok di venerdì scorso, giunto in extremis, poiché il decreto era in scadenza il prossimo martedì 25 giugno.
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