Nove aree tematiche e 153 indicatori. Il risultato è uno “Smart City index” che vede al primo posto in Italia, fra le città capoluogo, Bologna. All’estremo opposto della classifica c’è Fermo. Between – la società che da 11 anni realizza l’Osservatorio sulla banda larga – disegna la graduatoria delle “smart city” italiane. Una nuova geografia della Penisola declinata sulle “città intelligenti”. Erroneamente si pensa solo all’innovazione come leva per le smart city. Che invece sono quelle città dove la qualità della vita – nel senso della possibilità di conciliare le esigenze di tutti, dai cittadini, alle istituzioni, alle imprese – ha fatto passi in avanti. È il mix dei fattori a dare a Bologna la palma di città più “smart” di Italia. Sul broadband per esempio, si legge nello studio, nella città emiliana si ha «a disposizione un elevato livello di copertura a banda larga, in termini di fibra ottica Fttc». C’è poi la “Smart health” (con la possibilità per esempio di pagare via web le prestazioni), piuttosto che la “Smart mobility” (biglietti elettronici e app per controllare traffico bus e parcheggi), o la “Smart education” (scuole collegate in rete) che i dati disegnano come il vero punto di forza per Bologna. Seguono “Smart government” (livello di Pa online essenzialmente), mobilità alternativa, efficienza energetica (con i consumi pro capite e le politiche locali per l’illuminazione), risorse naturali e fonti rinnovabili.
Bologna precede Milano, Roma e Reggio Emilia. In generale le aree metropolitane mostrano buone performance: 8 su 14 nelle prime 20. A livello territoriale, il Sud è indietro. Solo Bari (17esima) è sopra la 40esima posizione.
Lo studio (disponibile da oggi sul sito www.between.it), contiene varie classificazioni: per regioni, per dimensione di città, ecc. Si vede per esempio che Bologna è nella prima fascia in tutto, tranne che in risorse naturali (qui viene misurata la gestione dei rifiuti o la qualità dell’aria) ed energie rinnovabili (dotazione di fotovoltaico, eolico e idroelettrico). Nella parte bassa della classifica Vibo Valentia sorpassa Fermo solo grazie a una “prima fascia” nella “Smart education”, ponendosi a pari punti con Messina. A livello regionale sul fronte della smart education Puglia, Molise e Sardegna sono quelle messe meglio mentre Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Basilicata la fanno da padrone nello “Smart health”. Emilia-Romagna e Lombardia primeggiano nell’efficienza energetica. «È importante – affermano da Between – che questo strumento sia dinamico, che evolva nel tempo aggiungendo nuove aree tematiche e nuovi indicatori man mano che le tecnologie evolvono e si diffondono».
Quello delle smart city, afferma Agostino Ragosa, direttore dell’Agenzia digitale, «è un tema importante. Parliamo di leve di crescita e di sviluppo. Contiamo a breve di creare un Comitato per le città intelligenti nel quale chiederemo la partecipazione di Confindustria». Per Ragosa è da sottolineare infatti «che le politiche per essere smart porteranno anche benefici dal punto di vista industriale perché saranno richieste nuovi produzioni e servizi».
(Fonte: Il Sole 24 Ore)
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