“Proprio perché consapevoli di tutto ciò – sottolinea Fassino – sindaci e amministratori non si sono sottratti al dovere di concorrere al comune sforzo di risanamento finanziario dello Stato, ottemperando anzi a impegni nettamente superiori al contributo fornito da ogni altro livello istituzionale”.
“Oggi – aggiunge Fassino – siamo giunti ad un punto limite di tale sforzo: continuare a ridurre le risorse a disposizione dei comuni significa compromettere l’erogazione di servizi fondamentali e la capacità stessa delle amministrazioni di ottemperare al vincolo dell’equilibrio di bilancio”.
“Occorre prendere atto – sottolinea – che tutti i cardini su cui si è retto il rapporto Stato/comuni – assetto istituzionale, rapporti finanziari e fiscali, Patto di stabilità – sono ormai consunti e usurati. Aggiungo che non solo i comuni sono stati destinatari di continui tagli, ma anche di continue prescrizioni ordinamentali fondate su un’esasperante formalismo giuridico, senza alcun concreto rispetto delle conoscenze e delle esperienze di chi concretamente amministra ogni giorno un comune”.
“Ho usato espressioni forti – scrive ancora Fassino – chiare e sincere, un vero ‘grido di dolore’ dettato dall’esasperazione di Sindaci che ogni giorno si assumono responsabilità e ci mettono la faccia, senza che lo Stato ne riconosca l’impegno e lo sforzo. E amareggia constatare che da parte di troppe amministrazioni dello Stato vi è un atteggiamento pregiudiziale che guarda ai comuni come soli centri di spesa, quando invece i comuni sono prima di tutto erogatori di servizi e prestazioni indispensabili per persone, famiglie, imprese e per lo sviluppo del Paese”.
“Serve a questo punto una sede di confronto generale che definisca con chiarezza il ruolo dei comuni, gli ambiti della loro autonomia, le risorse di cui potranno disporre. I pur necessari confronti con i singoli ministeri, infatti – rileva Fassino – non appaiono sufficienti a ridefinire il quadro dei rapporti tra comuni e Stato”.
Per queste ragioni l’Anci, chiede una convocazione in tempi strettissimi anche tenendo conto che “la scadenza cogente del 30 settembre, entro cui i consigli comunali devono approvare i bilanci impone di conoscere entro queste settimane gli orientamenti del Governo su cruciali materie di finanza locale”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento