Cognome figli, in arrivo nuove norme: il Governo interviene per il doppio cognome

Già oggi un disegno di legge all’o.d.g. del Consiglio dei Ministri. L’accelerazione dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo

10 Gennaio 2014
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Palazzo Chigi interviene sul cognome della madre. A qualche giorno dalla sentenza di Strasburgo che ha condannato l’Italia per la consuetudine a trasmettere unicamente il nome di famiglia paterno e dopo le parole del premier Enrico Letta a favore di un’innovazione della legislazione, Governo e Parlamento si muovono. L’Esecutivo, infatti, apprezzando le iniziative di deputati e senatori, decide di scendere in campo. E lo fa portando già oggi in Consiglio dei Ministri un disegno di legge sulle disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli che così accorcia decisamente i tempi della riforma del codice civile, così come auspicato anche dai partiti che avrebbero però preferito un decreto-legge. Da parte loro le forze politiche non restano comunque con le mani in mano: Pd e Fi, siglando un’alleanza inedita, hanno infatti messo nero su bianco un disegno di legge bipartisan per garantire la libertà di scelta di genitori e figli su questo fronte nonché sancire la possibilità per i coniugi di mantenere ciascuno il proprio cognome.

Un fatto di civiltà, spiegano Alessandra Mussolini (che racconta di aver ingaggiato una lunga battaglia con lo Stato per ottenere che i propri tre figli potessero avere anche il proprio cognome) e Stefano Esposito del Pd, anche lui protagonista di rocambolesche avventure burocratiche per raggiungere lo stesso obiettivo. Sì perché, chiariscono i senatori, la legge italiana prevede la possibilità del doppio cognome ma solo dopo aver affrontato un percorso a ostacoli che passa per le prefetture e solo se in possesso di “un’adeguata motivazione”.

Insomma, la persistente abitudine a mantenere il cognome dei padri rappresenta l’ultimo strascico di una cultura “patriarcale e sessista”, attacca Sergio Lo Giudice presentatore di un’altra proposta di legge a Palazzo Madama sul tema. Il consenso infatti in Parlamento, spiegano gli altri senatori tra cui Donella Mattesini del Pd, Maria Rizzotti e Ciro Falanga di Fi, è ampio (ad esempio anche il Psi ha un d.d.l. ad hoc) e l’obiettivo è di avviare la discussione in Commissione giustizia per poi mettere a punto un testo unificato sul quale votare compattamente. “Qualora l’Esecutivo dovesse intervenire, Forza Italia – assicura però la senatrice Alessandra Mussolini – potrà essere solo soddisfatta e votare a favore. Io lo farò”.

(Fonte: Ansa)

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