Recuperando il cibo del giorno prima, ogni famiglia potrebbe risparmiare 6mila euro l’anno; un’ottima ragione in tempi di crisi nera e non l’unica per aderire alla Carta Spreco Zero, cosa che la Regione Puglia ha fatto il 16 gennaio scorso. Il governatore, Nichi Vendola, ha firmato insieme a Andrea Segrè, coordinatore della task force Modelli per la riduzione dello spreco alimentare del ministero dell’Ambiente, la Carta che impegna gli amministratori pubblici che la sottoscrivono a sostenere tutte le iniziative che recuperano, a livello locale, i prodotti rimasti invenduti e scartati per redistribuirli gratuitamente a cittadini al di sotto del reddito minimo.
La Carta che recepisce una risoluzione europea votata l’anno scorso con l’obiettivo di ridurre entro il 2025 gli sprechi del 50% e di istituire l’anno europeo contro lo spreco, è composta da dieci punti che prevedono, tra l’altro, programmi e corsi di educazione alimentare, norme a livello nazionale e comunitario sulla regolazione delle vendite scontate di prodotti vicini alla scadenza, la modifica delle regole che disciplinano gli appalti pubblici per i servizi di ristorazione e di ospitalità alberghiera in modo da privilegiare in sede di aggiudicazione le imprese che gantiscono la redistribuizione di alimenti scaduti. Fondamentale anche la condivisione delle buone pratiche attraverso una rete di amministrazioni che hanno scelto lo “spreco Zero”.
La Puglia è la terza regione, dopo il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, a sottoscrivere la Carta Spreco Zero che riguarda anche le risorse idriche, energetiche e ad oggi raggruppa circa un migliaio di Comuni tra cui Milano, Torino, Bologna, Venezia e Trieste e altri 64 Comuni virtuosi.
”Lo spreco – ha detto il presidente Vendola – è uno dei problemi del nostro tempo; è l’altra faccia della penuria; è come se vivessimo in una società al tempo stesso bulimica e anoressica. Contro l’improvviso schianto sociale determinato dalla crisi – ha continuato – la lotta allo spreco è il modo più efficace per tutelare le nostre risorse naturali con un uso intelligente e sobrio ed è il nostro contributo al sistema Paese in vista dell’Expò 2015. Vogliamo fare da apri-pista con una pratica generalizzata”.
Per Segrè – che è anche il presidente di Last minute market, promotore dell’iniziativa – è fondamentale “agire sulle scuole dove lo spreco delle mense scolastiche è odioso; porzioni sbagliate, cibo cattivo: nei capitolati di appalto le imprese devono impegnarsi a un comportamento diverso”. Per Segrè è paradossale che si parli di aumentare la produzione alimentare del 60% in vista del 2050 quando la popolazione arriverà a quota 9 miliardi. ”Oggi un terzo del cibo diventa rifiuto”.
(Fonte: Ansa)
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