Niente più messa a discarica per i residui plastici riciclabili o recuperabili e disincentivi all’incenerimento di questo tipo di rifiuti, il tutto al più tardi entro il 2020. È questa la richiesta avanzata martedì scorso 14 gennaio dal Parlamento Ue approvando per alzata di mano il rapporto – non vincolante – firmato dall’eurodeputato del Pd Vittorio Prodi in cui si chiede anche di ridurre se non proibire, anche prima del 2020, i sacchetti di plastica monouso e di bandire le sostanze pericolose usate nella produzione della plastica, come i metalli pesanti e le plastiche oxo-degradabili. Secondo Strasburgo la Commissione Ue dovrebbe presentare delle proposte in questo senso entro la fine dell’anno.
”Il Parlamento Ue chiede una svolta decisa”, ha scritto Vittorio Prodi in una nota, attualmente ”il 79% dei nostri rifiuti plastici finisce nelle discariche o negli inceneritori invece di incentivare la nostra economia sotto forma di materiali secondari di scarto”. Gli eurodeputati propongono obiettivi specifici obbligatori di riciclaggio e criteri che chiariscano la differenza tra riciclaggio meccanico ed organico e tra recupero ed incenerimento. Si invita inoltre la Commissione ad armonizzare in tutta la UE i criteri di raccolta, separazione e gestione dei rifiuti.
Il rapporto sottolinea il margine di sfruttamento economico del riciclaggio delle materie plastiche, attualmente fermo al 25%. Una sua piena applicazione, sostiene Strasburgo, porterebbe a risparmi pari a 72 miliardi di euro e ad un aumento del giro d’affari delle imprese di gestione dei residui di 42 miliardi.
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