L’Italia sempre più virtuosa sul taglio delle emissioni. Tanto che nel 2013 ne riduce addirittura il 6% in più rispetto all’anno precedente. Una situazione che ci porta dritti verso il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020 contenuti nel pacchetto clima-energia. E che dovrebbe spingerci a chiedere un incremento dei target Ue al 2030. A scattare la fotografia è il nuovo rapporto della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ‘Dossier clima 2014’, lanciato in occasione del compleanno del protocollo di Kyoto che si è celebrato ieri 16 febbraio.
L’Italia, infatti, si legge nel report, va sempre meglio sul fronte della riduzione della CO2, e a dare una mano ci ha pensato da un lato l’effetto della crisi economica, dall’altro la riduzione dei combustibili fossili: si fa presente che siamo “sulla buona strada per centrare il target del 2020” del pacchetto Ue, ma che “servono obiettivi più ambiziosi per combattere la crisi climatica e promuovere la green economy”.
L’Italia, dopo aver centrato e superato nel 2012 l’obiettivo di Kyoto (meno 7,8% rispetto al 1990), “nel 2013 ha ridotto le emissioni di un ulteriore 6%” che si sono attestate “a 435 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti”, cioè meno del 6% (circa 30 milioni di tonnellate) rispetto al 2012. Alla base della riduzione – spiega la Fondazione guidata dall’ex ministro Edo Ronchi, papà del protocollo di Kyoto per l’Italia – c’è “una significativa riduzione dei consumi di combustibili fossili: meno 5% di petrolio (3,4 milioni di tonnellate), meno 6% di gas (4,8 miliardi di metri cubi), meno 14% di carbone (3,7 milioni di tonnellate)”.
La riduzione delle emissioni nel 2013 è dovuta anche “all’effetto della contrazione economica”: in base alle stime per il 2013 che indicano “una riduzione del Pil dell’1,8%”, secondo la Fondazione “la riduzione del Pil può spiegare circa un terzo della contrazione delle emissioni del 2013”. Per la parte restante incidono “le rinnovabili, l’efficienza energetica e gli stili di vita più sostenibili”. Dall’analisi delle serie storiche si evince “un cambio di passo nel 2005” quando “le emissioni di gas serra cominciano a calare tre anni prima della crisi economica”. Dal 2005 al 2013 le emissioni sono scese di “oltre 140 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (meno 25%)”.
Per Ronchi “l’Italia è duramente colpita dalla crisi climatica, ce lo ricordano i drammatici eventi degli ultimi mesi. Anche se il Paese negli ultimi anni ha fatto molti progressi riducendo le emissioni di gas serra del 25% in meno di un decennio, è necessario che si faccia di più”. Stesso discorso sugli obiettivi europei al 2020, che “sono a portata di mano”; mentre rispetto ai target al 2030, attualmente in discussione (si parla di un meno 40% di emissioni), in base ad alcune simulazioni della Fondazione per l’Italia la riduzione sarebbe “conservativa”.
(Fonte: Ansa)
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