Rapporto Green economy, le città sono volano dello sviluppo verde

3 Marzo 2014
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“Un nuovo ruolo” per le città, quello di “volano” dello sviluppo ecosostenibile. È quanto emerge nel nuovo rapporto sulla Green economy 2013 “Un green new deal per l’Italia”, curato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dall’Enea, presentato venerdì scorso. 
Due i temi su cui spingere, secondo il report: energia e rifiuti. In Italia “le abitazioni consumano dal 30 al 60% in più di energia rispetto alla media Ue”; inoltre nell’ambiente urbano “si produce in media il 75% dei rifiuti”. Problemi ambientali riguardano anche “l’inarrestabile cementificazione con insediamenti distribuiti in maniera frammentata sul territorio, che continua ad occupare aree libere, spesso agricole, al ritmo di 343 metri quadrati all’anno per ciascun italiano”. 
“La green economy – osserva il commissario all’Enea, Giovanni Lelli – può rappresentare la chiave di volta per avviare un nuovo ciclo di sviluppo con ricadute su ambiente, rilancio dell’industria e dell’occupazione. Il fulcro della trasformazione delle nostre città dovrebbe essere eco-innovazione anche offrire una migliore qualità della vita ai cittadini”. Un esempio di “questo potenziale” può essere “Pompei: bisognerebbe rendere più vivibile tutta quell’area di Napoli”. Per il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, i temi chiave sono: “innovazione, investimenti, occupazione. Ma purtroppo in Italia sono prevalenti idee vecchie, con un’impostazione produttiva tradizionale. Invece bisogna pensare a un’economia non come fine ma come mezzo per assicurare benessere. Se non si coglie questa opportunità si è vittime di un vecchio sistema”. 
Nella prima parte del rapporto viene disegnato il quadro internazionale, partendo dalla crisi del 1929 per arrivi ai nostri giorni. Vengono messe in fila le proposte per un “green new deal” elaborate dall’Unep (il programma ambientale delle Nazioni Unite) e dall’Ocse, le prospettive per la green economy in Europa, difficoltà e potenzialità dell’Italia prendendo in esame gli effetti su occupazione e riforme. 
Gli interventi di cui si parla nella seconda parte del rapporto cercano di offrire una visione integrata a livello sociale, ambientale, economica. I settori principali sono la riqualificazione energetica delle città, le misure di mitigazione climatica, la riduzione del consumo di materiali e il miglioramento della gestione dei rifiuti, la mobilità urbana, il patrimonio culturale, la gestione sostenibile delle risorse idriche, la riqualificazione delle aree degradate, l’utilizzo di nuove tecnologie. 
Per esempio nel campo dei rifiuti, l’Enea dice che “circa il 48% dei rifiuti elettrici ed elettronici potrebbe essere riutilizzato per un valore di mercato pari a 45 milioni”; poi, emerge che dove “la raccolta differenziata è più alta, il costo della gestione dei rifiuti è più basso per ogni cittadino”. Inoltre 1.000 tonnellate all’anno in più di differenziata e riciclaggio creerebbe 8,5 posti di lavoro; il che significa che raggiungere l’obiettivo del 50% di riciclaggio porterebbe a circa 11.000 posti di lavoro.

(Fonte: Ansa)

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