L’Unione europea ha tutto da guadagnare dalla lotta contro le alluvioni, che solo fra il 2002 e il 2013 hanno provocato almeno 150 miliardi di danni in Europa, ma anche dall’alleggerire le imposte sul lavoro puntando invece sulle eco-tasse, come quelle su inquinamento dell’aria e dell’acqua. Nel caso dell’Italia, eliminare sussidi nocivi all’ambiente, come quelli ai carburanti fossili, secondo le stime dell’agenzia Ue comporterebbe un potenziali di ricavi per l’Italia di 6 miliardi di euro l’anno entro il 2015.
Su queste misure batte il commissario europeo all’ambiente, Janez Potocnik, secondo cui “investire nella protezione contro le alluvioni può portare benefici all’economia, specie attraverso soluzioni basate sulla natura, che sono quelle più efficaci dal punto di vista dei costi”. Inoltre “riforme fiscali nel campo ambientale hanno il potenziale di raddoppiare i ricavi delle casse nazionali, a beneficio dell’ambiente ma anche del taglio delle tasse sul lavoro o del deficit: è un argomento importante per cambiare lo status quo” afferma Potocnik. Secondo i dati di 12 Stati membri, tasse “verdi” porterebbero ad un introito di 35 miliardi di euro nel 2016, che nel 2025 salirebbe a 101 miliardi di euro. Il potenziale di incasso oscilla da oltre l’1% al 2% del Pil nel 2025, a seconda dello Stato. Quanto alla lotta contro le alluvioni e al loro impatto a livello economico, pagare misure adeguate costerebbe dalle sei alle otto volte in meno rispetto ai danni generati dai disastri. Investire in particolare nelle cosiddette “infrastrutture verdi”, cioè ripristinare elementi naturali per aiutare a gestire e immagazzinare l’acqua delle inondazioni, comporterebbe benefici per la biodiversità e minori costi di costruzione.
(Fonte: Ansa)
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