In arrivo nuove norme contro le infiltrazioni mafiose nei comuni

Ne ha parlato Alfano a Palermo davanti alla commissione regionale antimafia, affrontando anche i temi gestione beni confiscati e minori extracomunitari non accompagnati. Tra le novità allo studio, incandidabilità degli amministratori responsabili e professionalizzazione delle gestioni commissariali

15 Gennaio 2015
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Scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose, gestione dei beni confiscati e situazione dei minori extracomunitari sbarcati in Italia che si sono allontanati dai centri di accoglienza: questi i temi affrontati martedì mattina a Palermo a Palazzo dei Normanni dal Ministro dell’interno Angelino Alfano durante l’audizione davanti alla Commissione regionale antimafia.

Sul primo punto, Alfano ha illustrato le novità contenute nello schema di disegno di legge che potenzia le misure sullo scioglimento per mafia dei consigli comunali, già approvato dal Consiglio dei Mnistri e in corso di ulteriore elaborazione «anche traendo spunto da quanto detto oggi». Incandidabilità per gli amministratori comunali responsabili; ampliamento della platea di enti che è possibile controllare, estesa alle società partecipate e ai consorzi pubblici anche a partecipazione privata; mobilità o licenziamento del dipendente nei casi più gravi di connivenza; professionalizzazione dei commissari che gestiscono l’ente sciolto sono le misure di rafforzamento previste.

A proposito delle gestione commissariali, il Ministro ha anche parlato di una sorta di specializzazione nell’ambito della carriera prefettizia, con la creazione di un pool di funzionari ‘dedicati’ a questa attività.

La situazione attuale presenta 258 comuni sciolti per mafia a partire dal 1991, anno in cui è entrata in vigore la normativa di riferimento, 63 in Sicilia  – il 24% del totale – ha riepilogato Alfano, specificando che «attualmente risultano sciolti 6 comuni in Sicilia, di cui 4 in provincia di Palermo, uno in provincia di Catania e uno di Siracusa».

Novità anche sul tema beni confiscati, con la «dispionibilità» del ministro «affinché gli immobili nella disponibilità del patrimonio dello Stato confiscati alla criminalità mafiosa possano dare una mano d’aiuto a risolvere l’emergenza abitativa».

Rimane prioritario per il governo l”obiettivo di aggredire i beni dei mafiosi, anche atttaverso la confisca dei loro patrimoni illecitamente accumulati», obiettivo su cui fare fronte comune ‘con tutte le istituzioni, a cominciare da quella siciliana e dalla commissione regionale antiamfia», ha ribadito Alfano ricordando come attraverso la gestione dei beni confiscati è lo Stato a dare lavoro mentre la mafia toglie libertà», come dimostra il caso del supermercato di Castelvetrano (Trapani) confiscato a un prestanome di Matteo Messina Denaro, che è tornato a lavorare con i suoi dipendenti nella legalità.

Infine, ma non ultimo, il tema dei minori extracomunitari non accompagnati: nel 2014 ne sono sbarcati in Italia oltre 14mila, e sono 3.707 quelli irreperibili. Nella sola Sicilia l’anno scorso ne sono arrivati «4.628 e scomparsi 1.882». ll fenomeno, al centro di un recente accordo tra ministero, regioni e comuni, ha ricordato Alfano, presenta anche un aspetto di sicurezza, di tutela, molto a cuore al Viminale, che ha istituito un’unità di missione dedicata. «Vogliamo», ha spiegato il ministro a proposito dei minori extracomunitari non accompagnati che si allontanano dai centri, «che non entrino nel giro dello sfruttamento minorile, della prostituzione e della pornografia».

Per questo, il Ministero ha «messo in campo un’azione forte per la loro identificazione attraverso l’inserimento dei dati relativi nel centro elaborazione dati interforze collegato con il sistema informativo di Schengen» al quale fanno capo le polizie dell’Unione europea.

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