Riprendere il negoziato con il governo per dare soluzione ad alcune questioni non risolte nella legge di stabilità. Con questo obiettivo si è riunito ieri il Direttivo Anci che ha fatto un punto di situazione sui nodi che i sindaci auspicano di sciogliere nel corso del 2015. A riassumere i contenuti della riunione è stato il presidente Piero Fassino che al termine dei lavori si è intrattenuto con i giornalisti.
Il primo punto su cui batteranno i sindaci è quello della riforma della fiscalità locale, in particolare Imu e Tasi, che includerà la local tax. “Il governo – ha detto in proposito Fassino – ha deciso di farla partire nel 2016, confermando per il 2015 il regime fiscale 2014 che” però “prevedeva un fondo di 635 milioni a garanzia per tutti i Comuni dello stesso introito del 2013. La legge di stabilità, però, non ha previsto il rinnovo del fondo: chiediamo un provvedimento nelle prossime settimana che, nelle modalità ritenute idonee dal governo, garantisca l’invarianza di gettito”.
Sempre sul tema fiscale, i sindaci aspetteranno risposte sull’Imu sui terreni agricoli montani, provvedimento ad oggi rinviato al 30 gennaio. “Si tratta di terreni in prevalenza di piccoli comuni su cui il prelievo di 350 milioni totali risulterebbe particolarmente penalizzante. Non serve reiterare ulteriormente il provvedimento ma eliminarlo”.
Per quanto riguarda un’altra richiesta Anci, quella della soppressione delle tante norme ordinamentali che gravano sui Comuni, il presidente Anci ha ricordato che il governo aveva predisposto un emendamento che però, in sede di conversione al Senato, non è entrato nel testo definitivo della manovra. “Auspichiamo – ha detto quindi il sindaco di Torino – che venga ripresentato al più presto, per garantire quanto più volte ribadito dal presidente del Consiglio Renzi ovvero il governo indica macro-obiettivi e i saldi e poi sta ai Comuni l’autonomia di scegliere conseguirli”.
Per quanto riguarda la legge Delrio, il presidente Anci ha indicato tre criticità su cui già dai prossimi giorni ci saranno incontri specifici: i tagli, le norme sul personale eccedente e le sanzioni per chi sfora il Patto di stabilità.
“Il taglio di un miliardo per Province di secondo livello e Città metropolitane – ha detto sulla prima questione – deve essere rimodulato, sia nelle modalità che nella distribuzione. Non può essere indifferenziato e non tener conto delle accresciute funzioni che andranno a svolgere le Città rispetto alle Province”.
Sulle sanzioni, Fassino ha ribadito come “non devono essere adottate nei confronti delle Città metropolitane che erediteranno la situazione finanziaria delle Province uscenti. Non ha senso dare ad enti nuovi sanzioni comminate ad enti disciolti”.
E sugli obblighi di riduzione del personale imposti dalla Delrio a partire dal 2015 (30% per le Città e del 50% per le Province), Fassino ha ricordato come nell’ultimo incontro con l’esecutivo, al governo è stato chiesto “di predisporre rapidamente una mappatura dei posti di lavoro verso cui mobilitare il personale eccedente, da parte nostra faremo la stessa cosa per sapere quanti posti ci sono nei Comuni. Sono due condizioni fondamentali per gestire nel migliore dei modi questo delicato passaggio”.
Infine il presidente ha annunciato, nelle prossime ore, un incontro con il Ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi in cui si parlerà di emergenza sfratti. “Abbiamo bisogno di provvedimenti concreti per permettere ai Comuni di gestire questa emergenza che tocca soprattutto le grandi città”, ha concluso Fassino.
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