Percorso a tappe per la carriera nella p.a. Non basterà più – fa sapere il Ministro della p.a. Marianna Madia durante un incontro alla Luiss – fare il corcorso iniziale per avere degli scatti, ma servono percorsi di valutazione intermedi. “Non penso sia giusto – ha spiegato – fare un’unica prova concorsuale”, “basata su una serie di nozioni che non testano aspetti invece fondamentali”. Non solo: “se il dirigente darà il massimo dei voti a tutte le persone che lavorando per lui avrà una cattiva valutazione e ciò inciderà anche sugli incarichi futuri”.
Inoltre, secondo il Ministro, “i concorsi devono essere fatti con una logica di fabbisogni e non a caso”. Quindi, ha sottolineato Madia, “vanno fatti in modo diverso e dobbiamo imparare dalle migliori esperienze internazionali”.
Riordino del concorsi
D’altra parte il d.d.l. di riforma della pubblica amministrazione, come abbiamo già scritto, prevede proprio unriordino dei concorsi.
Si potrà accedere alla dirigenza pubblica in due modi: per corso-concorso o per concorso pubblico. Nel primo caso si entrerà nell’amministrazione come funzionari, poi dopo quattro anni e dopo un esame, si potrà diventare dirigenti. Chi invece entrerà per concorso sarà assunto a tempo determinato. Dopo tre anni potrà sostenere un esame per essere stabilizzato.
Si diventerà dirigenti attraverso due canali: tramite il corso-concorso oppure con il concorso, entrambi banditi annualmente per ciascuno dei tre ruoli di dirigente (Stato, regioni ed enti locali) per un numero fisso di posti, definito in relazione al fabbisogno minimo annuale del sistema amministrativo.
I vincitori del concorso pubblico saranno immessi in servizio come funzionari, con obblighi di formazione, per i primi quattro anni, con possibile riduzione del periodo in relazione all’esperienza lavorativa nel settore pubblico o a esperienze all’estero. Al termine del periodo di formazione si dovrà comunque superare un esame per essere immessi nel ruolo unico come dirigenti. Il concorso sarà invece attivato, sempre a cadenza annuale, “per un numero di posti variabile ma non coperti dal corso-concorso“.
I vincitori saranno assunti a tempo determinato e, previo un esame di conferma da parte di un organismo indipendente, dopo il primo triennio di servizio si verrà assunti a tempo indeterminato. Il triennio potrà essere ridotto in funzione dell’esperienza lavorativa nel settore pubblico o a esperienze all’estero. Se il dirigente non supererà l’esame di conferma vedrà risolversi il rapporto di lavoro, con eventuale inquadramento nella qualifica di funzionario.
Rinnovo del contratto della p.a.
Sull’ipotesi rinnovo del contratto della pubblica amministrazione il Ministro Madia ha preso tempo, spiegando che bisognerà verificare con la legge di stabilità se ci sono le risorse necessarie.
“Il DEF non è la legge di stabilità – ha precisato il Ministro commentando le preoccupazioni espresse dai sindacati per in contenuto del DEF – e mi auguro che proprio nella legge di stabilità si riesca ad aprire una stagione contrattuale che è profondamente legata alla crescita del Paese”.
Governo non presenterà modifiche in Senato a legge delega
Madia ha inoltre annunciato che il governo non presenterà modifiche al testo del d.d.l. delega per la riforma della p.a. che ieri è approdato in aula al Senato. “Siamo orientati a non presentare modifiche del governo – ha spiegato – in Commissione Affari costituzionali abbiamo fatto una discussione approfondita e siamo molto soddisfatti del testo uscito dalla commissione”.
Cosa ne sarà dei segretari comunali?
La Commissione Bilancio del Senato ha votato il parere sul d.d.l. di riforma della pubblica amministrazione. È stata trovata una formula di compromesso per ‘salvare’ la norma transitoria relativa al passaggio dei segretari comunali nel ruolo di dirigenti apicali (è stata espressa contrarietà semplice e non più sulla base dell’articolo 81 della Costituzione che avrebbe significato lo stop della norma). È stata fatta salva sia la figura del nuovo capo hi-tech, chiamato a traghettare le pubbliche amministrazioni alla svolta digitale, sia il compromesso sui segretari generali, con la fase ponte di tre anni prima di arrivare all’abolizione. Resta la contrarietà sulla base dell’articolo 81 solo per la parte relativa alla possibilità di reclutare il dirigente apicale anche fuori del ruolo unico per i comuni sopra i 100mila abitanti. Sembrano invece superati altri problemi di copertura, come quelli relativi al riordino dei servizi pubblici locali e delle società partecipate.
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