“I Comuni hanno alle spalle una riduzione di quasi 18 miliardi di euro, non si può pensare di fare altrettanto nei prossimi anni”. Così il presidente dell’Anci Piero Fassino ieri in un passaggio del suo intervento nel corso dell’audizione Anci alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato dedicata al Def.
“Al 2016 bisogna che i comuni ci arrivino vivi”, ha detto Fassino e quindi “servono interventi per ripristinare il fondoperequativo di 625 milioni, istituito nel 2014, per evitare dal passaggio dal regime Imu a quello Tasi una perdita di gettito per 1800 comuni”.
Per il presidente Anci serve poi intervenire “sul regime fiscale per i comuni che hanno terreni montani e sulle città metropolitane, che rischiano di avere due penalità: il taglio, molto oneroso per enti che devono decollare e le sanzioni per lo sforamento del Patto di stabilità ereditato dalle province uscenti”. ”Noi – ha ricordato Fassino – rappresentiamo il 7,6% della spesa e il 2,3% del debito pubblico. È evidente che il problema non siamo noi”.
Per il sindaco di Torino, poi, “il tema su cui il Parlamento è chiamato a decidere è la sostenibilità delle decisioni” anche se il Def, ha ricordato, prevede che per i comuni non ci siano ulteriori tagli oltre la programmazione di spending già prevista”. “Questo è un dato positivo” anche se le riduzioni sono “onerose ed è complicato reggere quella dinamica. Il quadro – ha rilevato ancora il presidente Anci – è obiettivamente di grande affanno per gli Enti locali”.
L’Anci è quindi tornata a chiedere al governo “che tutte queste misure siano contenute in un decreto enti locali i cui contenuti – ha concluso il presidente Fassino – auspichiamo siano condivisi con i sindaci”.
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