Gli esuberi province (circa 2.000) saranno tutti ricollocati nelle varie Regioni. Parola di Marianna Madia, intervenuta al question time alla Camera a margine della consultazione della riforma della p.a. in esame alla Commissione Affari costituzionali.
“La ricollocazione del personale in soprannumero è ovviamente più facile nelle Regioni che hanno approvato le leggi relative alle funzioni già attribuite alle province, ma noi procederemo anche dove quelle leggi non sono state approvate“, ha precisato il Ministro della p.a.
Madia ha spiegato anche che “i criteri per andare avanti” con la ricollocazione degli esuberi province “sono definiti in un decreto previsto dalla legge di stabilità. Decreto che la prossima settimana verrà sottoposto alle organizzazioni sindacali“. È lo snodo cruciale, perché rappresenta il provvedimento atteso sulle linee guida che regoleranno la mobilità dei dipendenti.
Dove finiranno gli esuberi province
Ma nello specifico, dove finiranno i duemila i dipendenti pubblici che cambieranno lavoro per non perdere il posto in base al piano di ricollocazione dei dipendenti in esubero di quelle che diventeranno le cosiddette aree vaste?
Si tratta di dipendenti delle Province, che saranno trasferiti verso tribunali, cancellerie, corti e altri uffici giudiziari in cui da tempo si lamenta una carenza di personale.
Le regole degli esuberi province
Per la ricollocazione degli esuberi Province si farà riferimento alle regole messe a punto in due decreti in uscita: il primo stabilisce le corrispondenze tra livelli retributivi e qualifiche (all’esame del Tesoro), il secondo si occupa dei criteri per la mobilità (accordo coi sindacati di cui si parlava sopra). Gli spostamenti scatterebbero dal 2016 e le coperture sono state già stanziate in un fondo dedicato.
Accorpamento Corpo forestale: c’è l’ok
Definito, con l’ok della Commissione, anche l’assorbimento, seppure eventuale, della Forestale in un’altra forza di polizia, con una precisazione che consente margini, per un contingente limitato, di passaggio anche in altre forze.
Ok anche all’istituzione di un numero unico europeo, il 112, sul territorio nazionale, così da assorbire tutti gli altri numeri di emergenza (113, 115, 118). Passa infatti un emendamento che prevede di raggiungere l’obiettivo, in linea a direttive Ue, con centrali regionali.
Intercettazioni
In ultimo, sempre all’interno del d.d.l. Madia, si è parlato di intercettazioni e della possibilità di dimezzarne le spese. Entro otto mesi dalla data di entrata in vigore della riforma p.a., il Governo dovrà ristrutturare e razionalizzare la spesa per le intercettazioni con appositi decreti legislativi.
L’obiettivo, nelle intenzioni, si può ottenere grazie alla revisione delle voci di listino “tenendo conto dell’evoluzione dei costi e dei servizi“, nonché all’adozione di un tariffario per le prestazioni funzionali, così da conseguire almeno il 50 per cento di risparmio sulla spesa oggi sostenuta.
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