Riforma p.a., entro metà ottobre il taglio delle partecipate

Palazzo Chigi punta a portare in C.d.M. quasi tutti i decreti attuativi entro metà ottobre, prima del varo della legge di stabilità

15 Settembre 2015
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Il primo pacchetto di decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione, a firma del Ministro Marianna Madia, arriverà a fine mese e non al prossimo Consiglio dei Ministri come deciso in precedenza. Lo riferiscono fonti di governo. A quanto si apprende, Palazzo Chigi punta a portare in C.d.M. quasi tutti i decreti attuativi entro metà ottobre, prima del varo della legge di stabilità.

Sempre nello stesso periodo – probabilmente non prima del 2 ottobre – arriverà quello che taglia le partecipate non quotate (l’ipotesi è di chiudere 3mila delle 8mila esistenti, quelle che hanno più consiglieri che dipendenti). Secondo la tabella di marcia i decreti attuativi dovrebbero essere approvati in tre tranche (la maggior parte nel giro di 15 giorni): la prima riguarderà le norme antiburocrazia, la Conferenza dei servizi, la Carta per la cittadinanza digitale e forse la riforma delle Camere di commercio (a fine settembre); la seconda gli interventi volti al dimagrimento della macchina pubblica, tra società partecipate, prefetture, assorbimento della Forestale nei Carabinieri, Authority e servizi pubblici locali (sotto il segno del taglio della spesa); la terza, che potrebbe arrivare più in la, con la riforma della dirigenza statale e il pubblico impiego (con la stretta sui licenziamenti).

Ad aprire la strada ai tre pacchetti di riforma, però, dovrebbe essere il d.lgs. che taglia i decreti attuativi ‘inutili’, che sarà probabilmente approvato sempre a fine mese. L’accordo è di rendere efficaci le norme del ddl Madia entro fine anno, con un risparmio iniziale – per il 2016 – di 1,3 miliardi di euro

Partecipate: scure su quote e inefficienze  
Per quanto riguarda le municipalizzate, che dovranno essere ridotte secondo i criteri contenuti nella legge Madia, potrebbero scendere di oltre un terzo rispetto a quelle attuali (oggi sono 7.726), da eliminare entro un anno dopo apposita ricognizione.  
Non solo, il decreto attuativo che il governo sta mettendo a punto prevedrebbe per le società controllate una continua spending anche per gli anni futuri. Il governo punta il dito sulle partecipate che hanno più consiglieri che dipendenti e sulle quote da loro detenute. Nel caso queste riguardino altri settori, la p.a. non potrà detenere più del 40%.

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