Infatti – segnala – gli importi risultanti dai provvedimenti ancora non emanati rischiano di non poter essere accertati in bilancio, e quindi di non poter essere considerati tra le entrate correnti utili ai fini del rispetto dei vincoli del Patto di stabilità interno.
Nello specifico – ricorda l’Anci – le amministrazioni locali sono ancora in attesa del decreto per la ripartizione dei 530 milioni per il ristoro dei mancati gettiti Tasi e Imu agricola; del decreto per l’assegnazione dei conguagli Imu-Tasi 2013-2014; del decreto che definisce le compensazioni tra Comuni e tra Comuni e Stato in materia di regolazione dei rimborsi richiesti dai contribuenti; del decreto per la compensazione del minor gettito in favore dei Comuni nei quali ricadano i terreni a destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile.
È stato definito infine il riparto di 29 milioni di euro aggiuntivi, richiesti da Anci per compensare i Comuni (in prevalenza piccoli e piccolissimi) particolarmente colpiti dall’applicazione del nuovo schema perequativo basato sulla differenza tra capacità fiscali e fabbisogni standard.
Si tratta – osserva ancora l’Anci – di un sostegno finanziario essenziale per circa mille comuni (sugli oltre duemila coinvolti), che devono poter contare al più presto sulle relative risorse per l’assestamento dei bilanci”.
Infine, tra le poste minori, l’Associazione ricorda “l’erogazione a ristoro della detrazione per gli agricoltori professionali (15 milioni su scala nazionale) che il Mef non ha ancora proposto alla Conferenza Stato-Città”.
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