In un contesto economico ancora convalescente, dove ancora il 61% degli italiani ha paura di perdere il posto di lavoro, – anche se con un trend positivo del 2% in meno rispetto allo scorso maggio – e un quarto popolazione si sente impoverito dalla crisi, i comuni sono ancora l’istituzione a cui i cittadini si rivolgono con maggiore fiducia. Il comune è l’ente sentito più vicino dal 56% dei cittadini, ritenuto più virtuoso dal 35% (il 44% nei piccoli centri), e il sindaco resta l’istituzione di cui si fida di più la metà degli italiani (41%). Il dato emerge dall’indagine “L’Italia che… vuole essere migliore”, realizzata da SWG su un campione di 3 mila interviste, e presentata ieri, alla presenza del presidente Piero Fassino, nell’ambito della seconda giornata dell’Assemblea annuale dell’Associazione a Torino.
Gli italiani si dicono convinti che la politica dei tagli degli ultimi anni ha penalizzato eccessivamente i comuni (61%), e tra questi il 70% vive al Nordest e il 44% nei piccoli comuni; inoltre, credono che la migliore ricetta per uscire dalla crisi sia investire tanto sulle imprese (82%) che sui comuni (64%).
La fotografia scattata da Swg evidenzia la centralità dei primi cittadini per la gestione delle comunità territoriali: per il 65% degli intervistati sono i protagonisti dello sviluppo locale, e per il 68% di quello sociale. Secondo l’indagine, gli italiani sono certi che i sindaci svolgono un ruolo chiave per molti ambiti dell’amministrazione locale: dalla tutela ambientale (60%), alla qualità della vita (58%), alla sicurezza (56%), all’accrescimento culturale (55%), fino alla lotta alla povertà ed al sostegni ai giovani (54%). Anche per questo motivo, in un mondo istituzionale in crisi di fiducia, gli italiani pensano che il sindaco dovrebbe avere maggiori poteri nei medesimi ambiti dell’amministrazione cittadina.
Quanto poi al ‘sindaco ideale’, l’indagine indica la necessità che sappia progettare il futuro della città (76%, con un incremento del 7% rispetto al 2002); e soprattutto punti sull’innovazione (66%, il 36% in più sul 2002). Infine, quasi la metà degli intervistati (45%) ritiene che i sindaci abbiano un ruolo importante nella politica nazionale e nelle decisioni del governo.
Fassino: “importante che i sindaci siano sempre credibili malgrado le conseguenze della crisi e dei tagli alle risorse”
“Ritengo molto significativo che i cittadini considerino sempre i sindaci ed i Comuni le istituzioni più affidabili, e che questo risultato arrivi dopo molti anni in cui abbiamo dovuto fare i conti con tagli di risorse che hanno fortemente inciso sulla nostra capacità di dare risposte ai loro bisogni”, ha detto il presidente dell’Anci Piero Fassino intervenendo alla discussione sulla indagine ‘L’Italia che…vuole essere migliore…, realizzata da Swg e presentata ieri nell’ambito dell’assemblea Anci del Lingotto.
“Negli ultimi anni gli amministratori si sono confrontati con una forbice: da un lato la crisi che ha accentuato le domande di sostegno delle comunità, e dall’altra – ha ricordato il presidente Anci – dovevano agire con sempre minori risorse per gli interventi e le politiche per i territori”.
Una credibilità, questa dei primi cittadini, che deriva sicuramente dalla loro prossimità rispetto alle comunità amministrate: “Il sindaco, a differenza di altre istituzioni centrali e periferiche, tutti lo conoscono e sanno dove si trova, anche coloro che magari non l’hanno nemmeno votato”, ragiona Fassino citando i dati delle elezioni comunali secondo cui i sindaci raccolgono sempre più voti dei partiti che li sostengono.
Ma che deriva anche dalla diffusa consapevolezza che i primi cittadini sono un punto di riferimento. “Non c’è tema che riguardi comunità che non passa per le loro scrivanie dei sindaci ed i cittadini lo sanno”. Come sanno che “la grandissima maggioranza degli amministratori locali sono persone perbene ed oneste, i cittadini – ha rilevato Fassino – sanno distinguere chi non lo è, valutando il loro voto”.
Infine, dal presidente dell’Anci una considerazione sul cambiamento di prospettiva economica che emerge dall’indagine Swg. “Molti dati socioeconomici ci dicono che stiamo gradualmente uscendo dalla crisi, ma anche che un quarto della popolazione (26% ndr) ha subito conseguenze non gestibili da questa lunga stagione”. “Di queste persone – puntualizza– dobbiamo occuparci, la coesione sociale deve essere una finalità prioritaria. Per questo come enti locali chiederemo al governo strumenti e risorse perché – conclude il sindaco di Torino – nessuna persona rimanga ai margini”.
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