Costi standard negli appalti e contrasto alla corruzione, firmato l’accordo ANAC-ISTAT

l Protocollo d’Intesa durerà tre anni e prevede azioni di cooperazione in diverse aree, tra cui i costi standard e i prezzi di riferimento negli appalti

24 Marzo 2016
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Per prevenire e contrastare la corruzione occorre conoscere il fenomeno nelle sue molteplici manifestazioni, in modo da orientare le metodologie e gli strumenti previsti dal quadro normativo e attuati nelle pratiche nazionali.

Inoltre, per potenziare la conoscenza del fenomeno corruttivo sono indispensabili misure adeguate per comprendere il peso relativo di ciascuno dei numerosi fattori che possono influenzare il livello di corruzione, per rilevare l’impatto della corruzione sul processo di crescita del Paese e delle sue diverse aree territoriali, per migliorare la consapevolezza del suo effettivo costo economico, sociale, politico e morale e, soprattutto, per la definizione di politiche di contrasto che siano adeguate all’entità, alla dimensione territoriale e alle specificità del fenomeno.

Per questo motivo il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, ha firmato ieri con il presidente dell’Istat (Istituto nazionale di statistica), Giorgio Alleva, un protocollo d’intesa in materia di integrità, trasparenza e analisi del fenomeno della corruzione.

Il Protocollo d’Intesa, in vigore dalla data di sottoscrizione, ha una durata di tre anni e prevede azioni di cooperazione in diverse aree, tra le quali i costi standard e i prezzi di riferimento negli appalti.

Le altre aree di cooperazione tra l’Anac e l’Istat sono la “realizzazione della rilevazione sulla conoscenza e l’esperienza delle imprese relativamente ai fenomeni corruttivi ed alla qualità delle informazioni diffuse dalle Pubbliche Amministrazioni e valorizzazione dei risultati”; l’utilizzo “delle banche dati, del patrimonio informativo e delle categorie di standardizzazione in gestione a ciascuna, per la condivisione delle conoscenze di comune interesse e per la più efficace condivisione con altre istituzioni, nel rispetto della disciplina in materia di trattamento dei dati personali e del segreto statistico”; lo “sviluppo della conoscenza del fenomeno della corruzione e “dell’analisi delle cause e dei fattori della corruzione” attraverso iniziative e indagini strutturate sulla percezione e sulla esperienza del fenomeno e l’elaborazione di indicatori, anche nell’ottica di un migliore benchmarking internazionale”; eventuali “altre aree di cooperazione nei settori di comune interesse che le parti convengano”.

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