C’è tempo fino al 16 maggio per chiedere, al sindaco del comune nelle cui liste elettorali si è iscritti, di votare nella propria abitazione. Il termine di presentazione della dichiarazione sulla volontà di esprimere il voto presso la propria dimora, nell’ambito del territorio del comune nel quale si è elettore, ha tuttavia carattere ordinatorio, può pertanto essere superato compatibilmente con le esigenze organizzative del comune, per garantire comunque il diritto di voto costituzionalmente tutelato.
La domanda di ammissione al voto domiciliare – che per le elezioni comunali vale sia per il primo turno di votazione che per l’eventuale ballottaggio – deve indicare l’indirizzo dell’abitazione in cui l’elettore dimora e, possibilmente, un recapito telefonico, e deve essere corredata di copia della tessera elettorale e di idonea certificazione sanitaria rilasciata da un funzionario medico designato dagli organi dell’azienda sanitaria locale.
I medici designati al rilascio dei certificati “non possono essere candidati né parenti fino al quarto grado di candidati”.
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