In Italia 39 Comuni ‘100% rinnovabili’

Luci e ombre nel dossier di Legambiente: oltre 850mila impianti da fonti rinnovabili. Ma i contributi pubblici sono alla canna del gas

12 Maggio 2016
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La marcia delle rinnovabili non si ferma. Comuni 100% rinnovabili è ormai realtà. In Italia ci sono infatti 39 i Comuni “100% rinnovabili”, dove le energie pulite soddisfano tutti i consumi e riducono le bollette di cittadini e imprese. Il mondo dell’energia sta cambiando velocemente, in Europa e nel mondo, con fenomeni nuovi e inaspettati, come la crescita esponenziale dell’energia pulita in Paesi come quelli asiatici e del Centro America. In questo contesto, anche l’Italia è al centro del cambiamento: in 10 anni, infatti, la crescita delle fonti rinnovabili ha portato il contributo rispetto ai consumi dal 15 al 35,5%, grazie a un modello di produzione distribuito nel territorio con oltre 850mila impianti diffusi da Nord a Sud, dalle aree interne alle grandi città.

Insomma, anche il nostro Paese si è mosso bene. Ciò ha permesso un aumento della produzione pulita di 57,1 TWh, mentre il numero di Comuni in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili è passato da 356 a 8047. In 2.660 Comuni l’energia elettrica pulita prodotta supera quella consumata.

A tracciare il quadro è il rapporto Comuni Rinnovabili 2016 di Legambiente realizzato con il contributo di Enel Green Power, presentato oggi a Roma presso la sede del Gse. Occasione anche per assegnare i premi ai comuni virtuosi sul fronte energetico: a salire sul podio quest’anno sono Val di Vizze in provincia di Bolzano e San Lorenzo Bellizzi in provincia di Cosenza. Il primo si aggiudica il premio per aver raggiunto il traguardo del 100% rinnovabile grazie a un mix di cinque tecnologie da fonti rinnovabili distribuite nel territorio. Al piccolissimo Comune di San Lorenzo Bellizzi, situato all’interno del Parco del Pollino, va il premio “Buona Pratica”: con un progetto avviato nel 2012, il Comune ha utilizzato dei terreni, ceduti a titolo gratuito ad alcune cooperative agricole locali, per realizzare 15 Mw di impianti fotovoltaici su serre. Le entrate derivanti dal Conto Energia, circa 80.000 euro l’anno, sono state ridistribuite in questi anni alla cittadinanza attraverso l’esenzione della Tasi. Premiati quest’anno anche i “parchi Rinnovabili”: sono il Parco naturale dell’Adamello, il Parco nazionale della Sila, il Parco delle Dolomiti, il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e il Parco Nazionale del Gargano.

Ma dal rapporto emerge anche altro. L’Italia è infatti il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici (l’8,1%, pari al fabbisogno di 9,1 milioni di famiglie), davanti a Grecia e Germania, e possiede alcune delle esperienze di innovazione più interessanti a livello mondiale che vedono protagonisti comunità, enti e imprese locali. Nel complesso, nel 2015 attraverso le rinnovabili si è garantito il 35,5% dei consumi elettrici e il 17% di quelli complessivi (eravamo nel 2005 rispettivamente al 15% e al 5,3%). Ma non tutti i dati sono positivi. Negli ultimi anni gli investimenti si sono ridotti e lo scorso anno si è riscontrato il primo calo nella produzione dopo 10 anni, dovuto soprattutto alla riduzione del contributo dell’idroelettrico, ma va sottolineata anche la diminuzione delle nuove installazioni.

I Comuni del solare sono 8.047. Per il solare fotovoltaico in testa c’è San Bellino (Ro) con 71,3 Mw, che superano ampiamente i fabbisogni elettrici delle famiglie residenti, ma nel Paese sono 1.420 i Comuni in cui, grazie a questa tecnologia, la produzione di energia elettrica supera il fabbisogno delle famiglie residenti. Nel solare termico a “vincere” è Seneghe (Or), con una diffusione di pannelli solari termici in relazione al numero di abitanti pari a 1.955 mq ogni 1.000 abitanti, distribuiti su edifici pubblici e privati.

I Comuni dell’eolico sono 850, per una potenza installata pari a 9.270 Mw (474,4 Mw in più rispetto al 2014). Questi impianti, secondo i dati di Terna, hanno permesso di produrre 14,5 TWh di energia, pari al fabbisogno elettrico di oltre 5,5 milioni di famiglie. I Comuni del mini idroelettrico sono 1.275 per una potenza totale installata di 1.297 Mw, in grado di produrre ogni anno oltre 5,1 TWh, pari al fabbisogno di energia elettrica di 2 milioni di famiglie.

I Comuni della geotermia sono 535, per una potenza installata pari a 1086,4 Mw elettrici, 233,2 Mw termici e 3,4 Mw frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2015 sono stati prodotti circa 5,8 TWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 2 milioni di famiglie. I Comuni delle bioenergie sono 3.137 per una potenza installata complessiva di 2.983 Mw elettrici, 1.394 Mw termici e 415 kW frigoriferi. In particolare, gli impianti a biogas sono in forte crescita e hanno raggiunto complessivamente di 1.192 Mw elettrici, 181 Mw termici e 65 kW frigoriferi. Gli impianti a biomasse hanno consentito nel 2015 di produrre circa 20 TWh pari al fabbisogno elettrico di oltre 7,7 milioni di famiglie.

L’Italia è uno dei paesi che può trarre il massimo beneficio dallo sviluppo delle rinnovabili, perché può ridurre le importazioni di fonti fossili dall’estero, grazie alle risorse rinnovabili presenti nel territorio, dal vento al sole, alle biomasse. E il modello sta diventando sempre più distribuito, a partire dal solare con i 40.660 impianti di fotovoltaico installati nel 2015 in larga parte di piccola taglia (7kW di media).

I vantaggi dell’Italia ‘rinnovabile’? Meno elettricità da impianti inquinanti, meno importazioni di gas, petrolio, carbone, meno emissioni climalteranti (-19,8% di Co2 dal 1990), energia elettrica meno cara. Uno studio realizzato da Assorinnovabili sottolinea come grazie all’effetto di eolico e fotovoltaico sulla Borsa elettrica e, dunque, sulla formazione del Pun, in 3 anni si è potuto risparmiare 7,3 miliardi di euro.

Vantaggi anche sul fronte occupazionale: sono 82mila, secondo Eurobserver, gli occupati creati nelle fonti rinnovabili in questi anni. Purtroppo in calo rispetto ai 125.400 raggiunti nel 2011, per il taglio degli incentivi e per la fase di incertezza degli investimenti. Una prospettiva duratura di innovazione energetica potrebbe portare gli occupati nelle rinnovabili a 200mila unità e quelli nel comparto dell’efficienza e riqualificazione in edilizia a oltre 600mila.

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