Il Consiglio dei Ministri di ieri, oltre al pacchetto degli attuativi della riforma Madia, ha autorizzato il Ministro della p.a. Maria Anna Madia ad esprimere il parere favorevole del Governo sull’ipotesi di Contratto collettivo nazionale quadro (CCNQ) per la definizione dei comparti di contrattazione collettiva e delle relative aree dirigenziali per il triennio 2016-2018, firmata il 5 aprile 2016.
Si dà, in tal modo, attuazione alla riforma operata dal d.lgs. n. 150 del 2009, riducendo il numero dei comparti e delle aree di contrattazione. Sono individuati 4 comparti di contrattazione collettiva: comparto delle Funzioni Centrali; comparto delle Funzioni Locali; comparto dell’Istruzione e della Ricerca; comparto della Sanità. A tali comparti corrispondono anche le aree di contrattazione collettiva anche per la dirigenza. La definizione di tale accordo realizza la condizione per la riapertura della contrattazione nel pubblico impiego.
“Viene data speranza ai dipendenti pubblici”, sottolinea Renzi, il passaggio sui settori, continua, “è condizione necessaria e sufficiente a riaprire una strada di dialogo per il rinnovo del contratto che è per noi un obbligo ma anche un impegno che prendiamo”.
Certo, ammette il premier, la cifra dello stanziamento per il rinnovo “dovrà essere valutata perché le richieste saranno superiori” e anche “i tempi saranno non semplicissimi”.
Un’apertura però c’è e arriva anche il plauso della Uil, tra i sindacati più battaglieri sul fronte p.a.
Quanto alla flessibilità in uscita anche per i travet, con pensionamenti anticipati, il premier non si sbilancia: “Tutto è allo studio”, comunque “il ragionamento dell’Ape è articolato sia sulla parte pubblica che privata”.
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