Come si legge nel rilievo innalzato sul Sole 24 Ore, solo all’inizio di ogni giornata lavorativa il dipendente sarà tenuto a comunicare l’assenza e soprattutto è impossibile preventivare il lasso di tempo in cui la stessa si protrarrà in considerazione del doveroso rispetto della privacy del lavoratore. La inaccessibilità delle informazioni sanitarie relative al Green Pass, infatti, rende particolarmente complessa anche un’ipotetica attività di vigilanza da condurre mediante strumenti telematici, in quanto il dipendente disonesto potrebbe comunicare informazioni false senza andare incontro a una sanzione disciplinare, essendo molto difficile cogliere i presupposti di infedeltà della condotta.
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D’altro canto, molte Amministrazioni, in special modo quelle sottodimensionate, non possono rinunciare a cuor leggero a determinati professionisti dalle competenze specifiche senza rischiare di compromettere l’erogazione di servizi essenziali. Si segnalano al riguardo diversi accordi stretti tra enti e dipendenti volti a combinare la presenza in servizio per pochi giorni, grazie al tampone, e lo smart working. Altre soluzioni al momento, non sembrano percorribili: non è infatti possibile assumere a tempo determinato altro personale per motivi sostitutivi, proprio in relazione al carattere giornaliero e, in ultima analisi, imprevedibile dell’assenza. Un’enigma la cui risoluzione deve essere fornita rapidamente, stante l’obbligo in vigore dalla metà di ottobre.
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