Un nuovo regolamento comunitario sul Fondo sociale europeo (FSE) fissa gli standard per i rimborsi e i contributi

Anche gli Enti locali, che già conoscono la logica dei costi standard, dovranno tenere conto delle nuove regole fissate dalla UE

7 Maggio 2021
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di PAOLA MORIGI

In una recente Gazzetta ufficiale dell’Unione europea è stato pubblicato il regolamento delegato (UE) della Commissione 2021/702 del 10 dicembre 2020, che va ad integrare e modificare altre norme sul Fondo sociale europeo (FSE), ridefinendo tabelle standard di costi unitari. Il regolamento 2021/702 intende semplificare l’utilizzo delle disponibilità finanziarie assicurate dal Fondo sociale europeo, riducendo gli oneri amministrativi per i beneficiari. Per fare ciò viene ampliato l’ambito di applicazione delle tabelle standard con costi unitari e importi forfettari, utilizzati per effettuare i rimborsi agli enti che presentano le istanze e maturano il diritto alle contribuzioni.
Ma vediamo più da vicino di cosa si tratta e cerchiamo di capire perché anche gli Enti locali possono essere interessati dalla nuova normativa che, essendo regolamentare, entrerà in vigore il prossimo 20 maggio, non essendo necessario il recepimento attraverso la legislazione nazionale.
Forse è necessario ricordare che il Fondo sociale europeo (o FSE) è il principale strumento impiegato dall’Unione europea per il sostegno all’occupazione, dal momento che attraverso lo stesso si intendono aiutare i cittadini nella individuazione di posti di lavoro migliori, assicurando pari opportunità lavorative. Ha una dotazione finanziaria di circa 10 miliardi l’anno e cerca di aumentare le prospettive occupazionali, prestando attenzione soprattutto a chi incontra maggiori difficoltà nel trovare lavoro, sia in tempi normali che in tempi “difficili” come quello che stiamo vivendo ora.
Le priorità del Fondo sociale europeo vengono definite congiuntamente dalla Commissione europea e dagli Stati membri della UE. Il FSE non è un ufficio di collocamento, ma finanzia migliaia di progetti presentati da enti locali, regionali e nazionali, per piccoli o grandi importi,  in materia di occupazione, in tutta Europa: potrebbe trattarsi di progetti tesi ad aiutare persone disabili a trovare un lavoro idoneo, a migliorare i sistemi di istruzione, a ridimensionare la disoccupazione di giovani e meno giovani, a facilitare la vita per aspiranti imprenditori, ecc.

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