ANCI: urgono nuove assunzioni per impedire il collasso degli Enti locali

I rappresentanti dell’Associazione dei Comuni hanno espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro con il ministro della PA Brunetta

9 Marzo 2021
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Nelle condizioni attuali, gli Enti locali non possono più garantire il corretto svolgimento dei loro compiti istituzionali: l’unica soluzione è il concreto potenziamento dell’organico a disposizione degli uffici, anche e soprattutto per assicurare un utilizzo efficiente delle risorse del Recovery Plan. Questo è, in sintesi, il monito rivolto al ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta dalla delegazione dell’ANCI nell’importante incontro svoltosi ieri proprio tra Ministero e rappresentanti degli Enti locali: erano presenti Antonio Decaro, presidente dell’Associazione, il vicepresidente Roberto Pella e il delegato alla PA Jacopo Massaro.

Lo sblocco delle assunzioni

Al riguardo Decaro si è detto ottimista: “Abbiamo avuto con il ministro Brunetta un incontro molto proficuo. Ci ha fatto molto piacere verificare che ha a cuore le ragioni per cui ci battiamo da tempo e che, in vista del piano nazionale di ripresa e resilienza, diventano ancora più urgenti: sblocco delle assunzioni, procedure di reclutamento rapide e misure straordinarie per attuare il recovery plan. È fondamentale procedere celermente: ne va della concretizzazione degli interventi da cui dipende il rilancio del Paese”. Il vicepresidente Pella, da parte sua, ha evidenziato l’importanza di alcune iniziative mirate da attuare, soprattutto in favore degli Enti più piccoli: “Ho potuto sottolineare in questa sede l’importanza del progetto PON per il rafforzamento della capacità amministrativa nei piccoli Comuni, il tema delle aree svantaggiate e delle norme ad hoc che devono semplificare la vita dei sindaci dei centri più piccoli, dai permessi lavorativi alle procedure. Anche sullo status dei sindaci e sul regime di responsabilità abbiamo avuto importanti aperture rispetto a interventi, che attendiamo da molti anni ormai”.

Il riassetto delle risorse umane

Secondo Massaro, delegato alla PA ben consapevole delle reali dimensioni della problematica in questione, solo un intervento deciso e di carattere strutturale potrà apportare qualche miglioramento: “Sono in arrivo oltre 200 miliardi per far ripartire il Paese e non c’è abbastanza personale per gestire questa ripresa. Da quando si ‘libera’ un posto in comune, passano quasi 18 mesi per concludere un’assunzione, visti gli adempimenti necessari, ben 12, che richiedono tempi ed elaborazioni lunghissime. Dal 2007 al 2019, le amministrazioni comunali hanno perso circa 120mila dipendenti, un quarto del totale, senza che a questo taglio sia corrisposta una riduzione dei carichi di lavoro; anzi, c’è stato addirittura un aumento del carico burocratico. Lo Stato – prosegue Massaro – chiede ai Comuni di fare molte più cose con molto meno personale, personale che ha via via perso professionalità e competenze: con il divieto di affiancamento in vigore, infatti, non è possibile nemmeno effettuare un passaggio di consegne. Se questa è la situazione, del Recovery Fund sarà impossibile spendere un euro: c’è un bisogno infinito di risorse per i territori e per l’economia locale, ma servono nuove misure che superino queste lungaggini assurde, la sostenibilità del bilancio e i vincoli imposti dallo Stato. Pensiamo al Bonus 110%: lo Stato ha messo delle risorse, i Comuni sono impegnati a studiare le richieste, e per chi volesse fare nuove assunzioni straordinarie per questo deve rispettare vincoli di bilancio non indifferenti”. Infine, un cenno alla strategia concordata con il vertice di Palazzo Vidoni: “Da parte del Ministro, abbiamo rilevato piena disponibilità. Ci è stato chiesto di organizzare dei tavoli di confronto sia su questa tematica di tipo emergenziale che per affrontare il tema generale del riassetto delle risorse umane nella Pubblica Amministrazione, aspetto fondamentale per ammodernare e velocizzare il lavoro dei Comuni”.

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